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La Costituzione diventa “verde”: i prossimi lockdown saranno in nome del Green

Pubblicato il 14/02/2022 11:17

Nel nome del green si modificherà la Costituzione e la nostra vita. E chissà se dopo il Covid sempre nel nome del green non andremo incontro ad altri lockdown. Forse a qualcuno sarà sfuggito, ma il Parlamento ha approvato la riforma costituzionale degli articoli 9 e 41. L’articolo 9 rientra tra quei “Principi fondamentali” che sono sempre stati ritenuti immodificabili, o quantomeno non modificabili negli elementi essenziali, eppure il “governo dei migliori” guidato dal banchiere Draghi è riuscito anche in questo. Per capire bene che cosa è stato fatto, riprendiamo l’analisi che Fabio Massimo Nicosia ha pubblicato sul sito di Nicola Porro. “La ragione reale più evidente è di dotare di fondamento costituzionale tutto quanto ci cadrà addosso d’ora in avanti sul piano della riduzione delle libertà e dei diritti primari, questa volta non più in nome della pandemia e del ‘diritto alla salute’, ma in nome della ‘tutela dell’ambiente'”. (Continua a leggere dopo la foto)

Scrive Nicosia: “Chiunque abbia assistito con cognizione di causa all’uso devastante che si è fatto in questi due anni dell’invocazione, da parte governativa, dell’articolo 32 della Costituzione (quello appunto sul diritto alla salute e sull’interesse della collettività alla salute) come pretesto per la compressione dei diritti individuali, può bene immaginare lo scempio che avverrà invocando questo nuovo articolo 9, sempre sulla base della contestata dottrina, per la quale tutti i diritti fondamentali, tutelati dalla Costituzione e dalle carte internazionali dei diritti umani, non vanno assicurati in sé e per sé, ma sempre “bilanciandoli” con qualche altro “interesse pubblico”, che gli statalisti invocano per sistema come “prevalente” sui diritti individuali”. Il green appunto. (Continua a leggere dopo la foto)

Attacca Nicosia: “In questo modo, si trasforma una costituzione da rigida a flessibile, in modo tale cioè che i diritti fondamentali non vengono mai davvero pienamente tutelati, dato che loro destino è di essere trattati ‘a discrezione’ dal governo, sempre sulla base del principio illiberale, per il quale l’”interesse pubblico”, vero o presunto, prevarrebbe per definizione sul diritto individuale. E ciò, nonostante il fatto che le dichiarazioni di salvaguardia dei diritti umani sono nate nel dopoguerra proprio per evitare questo, ossia che, dopo il nazismo e lo stalinismo, un governo potesse addurre a discrezione o ad arbitrio interessi di Stato superiori ai diritti umani e fondamentali con l’effetto evidente di sacrificare questi ultimi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Prepariamoci dunque a lockdown ambientali. “Siamo quindi pronti a che i governi possano, in nome della ‘transizione green’, e invocando persino l’interesse di imprecisate ‘future generazioni’ – a discapito però dei diritti delle generazioni presenti – disporre nuovi e più profondi lockdown, circostanza che la stampa americana ha già evidenziato come possibile attraverso tali invocazioni; e tanto più dopo che gli ecologisti di tutto il mondo hanno inneggiato ai lockdown pandemici come dimostrazione del fatto che basta stare chiusi in casa per smettere di inquinare il pianeta e, anzi, disinquinarlo prontamente!”.

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