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“Draghi si dimette, si vota a giugno”. Il clamoroso retroscena sulla crisi della maggioranza

Pubblicato il 05/03/2022 10:12 - Aggiornato il 07/12/2022 18:06

Arrivederci e grazie. Sono queste le parole che, se non ci fosse una guerra in corso, Draghi vorrebbe immediatamente dire a coloro i queli lo hanno acclamato come il salvatore della patria e poi lo hanno impallinato prima nella corsa al Quirinale e ora sulla riforma sanguisuga del catasto. Si parla infatti di un premier furibondo, pronto a lasciare tutto. Come racconta anche il Corriere, “dopo esser arrivati a un voto da un punto di non ritorno, resta alta la tensione fra i partiti che sostengono la maggioranza. Ed è ancora concreto e possibile un nuovo incidente nei vari passaggi che accompagneranno il cammino del Pnrr: a cominciare dal nodo appalti, fino alla concorrenza (dove già si è assistito allo scontro sul tema dei balneari, con Le-ga e Fdl sulle barricate) e al criterio di voto sul Csm, il tutto con la Lega che, a caldo, ha evocato subito «le mani libere» d’ora in poi”. E in Aula ora c’è chi si dice pronto ad affossare l’intera delega fiscale. (Continua a leggere dopo la foto)

Dopo essere arrivati a un passo dalla rottura, “oggi tutti tengono la posizione. Lo fanno la Lega, FI, naturalmente FdI, definendo la riforma del catasto una sorta di cavallo di Troia per far passare, protesta Giorgia Meloni, una «patrimoniale mascherata». Opposta la lettura di Pd e 5 Stelle. E Giuseppe Conte, dopo aver sentito Draghi per rassicurarlo sull’appoggio del suo partito, assicura: «Il Movimento è contro ogni tassa su case e patrimoni. Non si è decisa nessuna patrimoniale». Ora bisognerà capire, appunto, il posizionamento di ciascun partito sui prossimi provvedimenti. E già ce n’è uno che potrebbe spaccare la maggioranza: da martedì infatti verrà posta ai voti in commissione Affari costituzionali della Camera la proposta di presidenzialismo (sul modello francese), che vede il centrodestra unito e il centrosinistra contrario. Altra spaccatura all’orizzonte”. E in tutto questo Draghi? (Continua a leggere dopo la foto)

Mario Draghi – stando ad alcuni retroscena, tra cui quello raccontato da Il Tempo – non vede l’ora di mollare il governo perché non ne può più delle liti tra gli alleati della sua maggioranza e non ci pensa proprio a gestire un terreno scivolosissimo come quello della prossima legge di Stabilità. “E di conseguenza le sta tentando tutte per provocare un incidente parlamentare che segni la fine della vita dell’esecutivo, come accaduto sulla contestatissima riforma del catasto che in Commissione è passata per un solo voto”. (Continua a leggere dopo la foto)

Dello stesso avviso è Alberto Maggi, che su Affaritaliani.it spiega: “Draghi è deluso e amareggiato per il mancato sostegno da parte dei partiti del suo governo alla sua volontà di trasferirsi al Quirinale e diventare presidente della Repubblica. Con le elezioni alle porte sarà praticamente impossibile scrivere e soprattutto far approvare la manovra per il 2023. Con l’impossibilità di formare un nuovo governo, l’esito sarebbero le elezioni anticipate, nel più drammatico dei casi già prima dell’estate. D’altronde, Draghi potrebbe dichiarare di aver esaurito almeno uno dei suoi compiti – il contrasto della pandemia, con lo stop dello stato d’emergenza a fine marzo – e di aver ben instradato il secondo, cioè la messa a terra del Pnrr”. Intanto aspetterà una poltrona internazionale. Ecco dunque svelati quali sarebbero i piani del premier.

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