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Giro di vite sui Pos, scatta la rivolta dei commercianti: ecco cosa dicono a Draghi

Pubblicato il 14/04/2022 11:18

Dopo l’annuncio del giro di vite sui Pos, che diventeranno sempre più uno strumento che entra fin dentro le mutande dei cittadini, spulciando ogni minimo movimento di denaro, gli esercenti alzano la voce e fanno partire la protesta: “Prima di un’eventuale ‘stretta sui Pos’ bisognerebbe procedere al taglio sostanziale delle commissioni pagate dagli esercenti sulla moneta elettronica, più volte promesso ma realizzato solo in minima parte”, ha tuonato ieri Confesercenti. “Tra progetti di sanzioni, lotterie e obblighi vari, il rischio è sempre lo stesso: concentrare il peso della lotta all’evasione sulle spalle degli esercenti”. (Continua a leggere dopo la foto)

Tutto questo, come al solito, “mentre le grandi piattaforme internazionali che operano sull’online godono ancora di un regime fiscale favorevole, che permette loro di pagare un quinto rispetto agli altri. Anche perché sui risultati di questo tipo di misure ci sembra lecito avanzare qualche dubbio”, si legge in una nota dell’associazione. Quello che fa notare Confesercenti, numeri alla mano, è che c’è stato un notevole aumento dei Pos attivi negli ultimi anni (nel 2020 i Pos attivi sono stati 3,4 milioni, dai 2,4 milioni disponibili nel 2017) cui però “non è corrisposto un equivalente incremento dei proventi della lotta all’evasione. Anche gli obiettivi che si erano fissati con Cashback e Lotteria dello Scontrino sono stati clamorosamente disattesi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Continua dunque l’accanimento di questo governo nei confronti delle attività commerciali che non navigano di certo in ottime acque dopo quasi tre anni di restrizioni e leggi folli che hanno ucciso l’economia e hanno fatto risultare l’Italia maglia nera in Europa per morti di Covid, nonostante il regime di vaccinismo e i lockdown. Gravare ora ulteriormente i commercianti con altre sanzioni in caso di mancato utilizzo del Pos è una follia. L’ennesima. Invece di minacciare altre multe, perché Draghi e i suoi non intervengono seriamente sulle commissioni bancarie? (Continua a leggere dopo la foto)

Ma attenzione a un’altra questione. Con l’introduzione delle nuove norme fiscali, “i gestori delle transazione elettroniche dovranno inviare all’Agenzia delle entrate tutti i dati dei pagamenti digitali degli italiani. Una misura che rientra nell’analisi di rischio prevista nel Pnrr come primo tassello per il contrasto all’evasione: trovare criteri per individuare in modo mirato chi evade davvero e non chi sbaglia a compilare la dichiarazione dei redditi. Uno strumento è la fatturazione elettronica. Un altro su cui punta il governo è l’introduzione dell’obbligo per gli intermediari finanziari di comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati dei pagamenti elettronici”.

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