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Portuali contro il Green pass: “Scordatevi i regali di Natale. Piegheremo il governo”

Pubblicato il 14/10/2021 12:59

Giampaolo Visetti su Repubblica racconta cosa sta accadendo nel porto di Trieste, capostipite della rivolta dei portuali contro il governo per l’inasprimento del Green Pass. “Questa non è una battaglia per difendere lavoro e libertà dei portuali di Trieste. Noi lottiamo per tutti i lavoratori italiani, a cui con il pretesto del Green pass si sta dando l’ultimo calcio nel culo. Da domani bloccheremo il porto fino a quando il governo non cancellerà l’obbligo del certificato verde anti Covid. Gli altri scali merci del Paese si stanno unendo a noi e non cederemo”, dice il gruista Stefano Puzzer. La minaccia è di scardinare l’intero sistema di protezione anti-virus della seconda potenza dell’export Ue. (Continua a leggere dopo la foto)

Il portavoce del Comitato dei lavoratori del porto (Clpt), 45 anni e vaccinato, ricorda che i “grandi Muri sono crollati sempre a partire dal mare” e che “anche quella contro il ricatto del Green pass è una rivolta per salvare i più deboli calpestati dal potere, oggi economico”. A sostenerlo ci sono oltre 900 portuali triestini, assecondati da buona parte dei settemila lavoratori che dipendono dal porto e dai quindicimila No vax che hanno manifestato in città contro l’obbligo di certificazione. (Continua a leggere dopo la foto)

Raccont ancora Repubblica: “Stop ai regali di Natale – grida fuori dal varco il manovratore Giuliano Coslovich – e addio ripresa. Il governo ci tratta da bestie e noi bruciamo il potere dei consumi. Con la paralisi italiana di porti e trasporti prima delle feste di fine anno, Europa e Asia finalmente chiederanno a Roma cosa sta combinando”. Lo spettro che da Trieste si aggira sul via al Green pass obbligatorio, è l’allarme delle categorie economiche, ora è realmente quello di “negozi in crisi e fabbriche ferme per carenza di merce”. (Continua a leggere dopo la foto)

A confermarlo, le colonne di tir e treni che da Turchia, Balcani e Nord Europa si sono precipitate nei terminal navali triestini prima che i portuali interrompano “ad oltranza” ogni attività. Intanto sono migliaia le adesioni social alla rivolta, con promesse da tutto il Paese di “imminenti manifestazioni di massa anti Green pass” nella città sulla frontiera oggi simbolo di una nuova disobbedienza. “Siamo stati mandati allo sbaraglio per mesi – dice Lo-renzo Jenko, 47 anni, addetto alla vigilanza nel Porto Vecchio -, ora che la grande paura dei colletti bianchi è finita, ecco il loro premio: toglierci lavoro e libertà se non ci pieghiamo a quanto prima ci hanno negato”. Prima vittima, il presidente del porto triestino Zeno D’Agostino, che governa l’intero Adriatico: “Se da domani il blocco No pass sarà a oltranza – dice – non ho scelta: mi dimetto”.

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