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“Per i no vax servono leggi speciali, come per le Brigate Rosse”: esplode la rabbia social per le parole del sindaco di Trieste Dipiazza

Pubblicato il 18/02/2022 15:55

Non ci si stupisce più di niente o quasi, purtroppo, in questa Italia segnata da un clima da caccia alle streghe, con il governo che continua a trattare i non vaccinati come pericolosi sovversivi e additarli quali unici responsabili della pandemia. In barba a qualsiasi studio scientificato, con i dati che ci dicono ogni giorno come anche chi ha ricevuto la somministrazione dei farmaci anti-Covid sia in grado di contrarre il virus e contagiare gli altri. E così, ecco arrivare l’ennesimo anatema, con i “no vax” paragonati addirittura alle Brigate Rosse. Soltanto uno scherzo? Purtroppo no.

Come rivelato dall’Adnkronos, infatti, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha tuonato così contro i non vaccinati: “Chiedo formalmente al governo di fare leggi speciali contro i no vax come quelle che vennero fatte a suo tempo per abbattere le Brigate Rosse”. Parole che ovviamente hanno scatenato un vero e proprio putiferio sui social, dove tanti utenti hanno chiesto al primo cittadino di fare retromarcia e cancellare quelle parole, che si commentano da solo.

Uno sfogo, quello di Dipiazza, arrivato dopo un attacco hacker no vax durante la seduta del consiglio comunale, con il sindaco che ha poi incalzato: “Dove va questo Paese in queste condizioni? Oggi ho presentato Bat, British American tobacco, un investimento da 500 milioni di euro a Trieste. Che immagine do della mia città? La stanno rovinando”.

“Sono affacciato su piazza dell’Unità – ha spiegato il sindaco – dove sfilano i no vax, ci sono centinaia di poliziotti, carabinieri, finanzieri: siamo in guerra? Che immagine diamo della mia città, che idea si portano a casa? Leggi speciali, questo serve”. Tante le critiche piovute in rete anche da chi, pur essendo regolarmente vaccinato come da indicazioni del governo, chiede un abbassamento dei toni e la fine di questa vera e propria campagna d’odio contro rifiuta ancora l’inoculazione.

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