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‘Parisi lasci la presidenza!’ Otto parlamentari PD-5S scrivono a Conte

Pubblicato il 25/06/2020 11:09

Quando è troppo, è troppo. Deficit pubblico che sale, imprenditori ricoperti dai debiti e costretti a chiudere la propria azienda, tasso di disoccupazione che cresce, previsioni allarmanti sul tasso di povertà e sui posti di lavoro e intanto il governo affida le sorti del paese a figure che “sono dall’altra parte dell’Oceano”.

Mentre tutto scorre, al premier Conte – per fortuna – arriva una lettera aperta all’interno della quale 8 parlamentari giallo-rossi chiedono di prendere al più presto “gli idonei provvedimenti” per far funzionare l’Anpal, Agenzia nazionale per le politiche del lavoro, e tutelarne i 654 dipendenti precari, molti dei quali con contratti in scadenza.

Nella lettera è scritto: “Nel mezzo della crisi economica, più grave dal dopoguerra, le politiche attive del lavoro dovrebbero svolgere una funzione strategica. Purtroppo Anpal e Anpal Servizi appaiono totalmente bloccate e inconcludenti rispetto le risposte che dovrebbero dare alle centinaia di migliaia di italiani che hanno perso il lavoro a causa della pandemia”. 

Come riferisce la Repubblica “i parlamentari non chiedono mai espressamente le dimissioni del presidente dell’Anpal, Mimmo Parisi, l’uomo individuato per la carica da Luigi Di Maio”, ma non si risparmiano dal fare alcune osservazioni. Il conto presentato è salato: “160mila euro di stipendio annuo, 70mila euro per i voli in business class con destinazione Usa (“Ma Di Maio sapeva che mia moglie vive in America”), 55mila per noleggio con conducente a Roma e l’affitto di casa nella capitale”.

Ad appesantire la posizione di Parisi, oltre all’inconcludenza delle “proposte presentate per tre volte al cda di Anpal e per tre volte bocciate”, il contratto part-time nella sua vecchia università americana come “Senior advisor for european devolpment in Italy and Europe, un vero incarico di lobbying per tessere rapporti nel vecchio continente, tramite il suo incarico pubblico, totalmente incompatibile con la carica di presidente dell’Anpal”. 

Insomma, lo avevano presentato come il ‘grande risolutore’ dalla logica italo-americana, capace di rivoluzionare il sistema e, invece, “è sconcertante che, dopo le sue stucchevoli dichiarazioni, non si sia ancora dimesso”.