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Pagherete tutto!Contributi, nessun bonus ma solo un rinvio

Pubblicato il 14/04/2020 16:04

E’ arrivato il momento del pagamento dei contributi e delle tasse. Ed è proprio in questo momento che si manifesta la distanza siderale del governo dalla realtà quotidiana del mondo delle imprese. Tutti i sostegni dichiarati da parte del governo, volti a tranquillizzare le condizioni di difficoltà per le PMI, non si sono palesati in aiuti concreti o quanto meno sufficienti. 

Un esempio evidente è quello del pagamento dei contributi. Si parla di sospensioni certo, ma con delle implicazioni ben chiare. Le imprese possono sospendere, ma dovranno comunque pagare anche per l’arco di tempo di inattività. Infatti, come riportato da “Adnkronos”, l’Inps spiega che “Il decreto legge n.18/2020 prevede che la sospensione degli adempimenti e dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali comprenda anche quelli relativi alla quota a carico dei lavoratori dipendenti, fermo restando l’obbligo di riversamento all’Istituto entro la data di ripresa dei versamenti.”

Pertanto anche se l’azienda, piccola o media che sia, ha fatturato il nulla o ha fatturato pochissimo, dovrà farsi carico, come da norma, dei pagamenti e lo dovrà fare: entro il 30 giugno 2020 se la modalità di pagamento scelta sarà in un’unica soluzione, oppure a decorrere dal mese di giugno se si sfrutterà la rateizzazione dell’importo fino ad un massimo possibile di 5 rate.

Inoltre, Come riportato da “Eutenke.info, Il quotidiano del commercialista” per poter presentare e ottenere la sospensione dei versamenti di Aprile e Maggio è necessario dimostrare che nei suddetti mesi, per ciascun mese, i soggetti richiedenti abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33% rispetto all’analogo dello scorso anno. 

Ma come si può pensare che si riusciranno a pagare gli importi? Prima lo Stato per poter beneficiare delle sospensioni, chiede e riconosce la condizione di difficoltà dell’ impresa x, però poi pretende dalla stessa di farsi carico dei pagamenti. Più corretto sarebbe eliminare i contributi relativi ai mesi di crisi. sarebbe il minimo per quelle aziende che, per non perdere avviamento e clientela, hanno comunque deciso di tener aperto anche se in perdita.