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“Non più tollerabile”. La sentenza della Corte Costituzionale che avverte il Governo

Pubblicato il 16/11/2021 10:40

La sentenza n. 213 del 11/11/2021 della Corte Costituzionale ha affrontato la questione dello “Stato d’emergenza” con riferimento alla problematica della sospensione dell’esecuzione degli sfratti.
Il diritto di proprietà è stato uno dei diritti più colpiti dalla decretazione di urgenza che continua a ledere i diritti fondamentali.

La Corte è stata investita dalla problematica relativa al “blocco degli sfratti”, sospesi attualmente fino al 31/12/2021; ovviamente gli interessi in gioco sono altissimi: da una parte il diritto di proprietà privata, tutelato dall’articolo 42 della Costituzione e dall’altra gli aiuti che lo Stato ha provato a dare agli inquilini che si trovavano in difficoltà economiche a causa della pandemia. (Continua dopo la foto)

Pur rigettando le questioni di legittimità Costituzionale al numero 15 della Sentenza si dice:

“Mette conto, infine, rilevare che, se l’eccezionalità della pandemia da COVID-19 giustifica, nell’immediato e per un limitato periodo di tempo, la sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili (anche perché, in particolare, vi è stato, da parte del legislatore, un progressivo aggiustamento del bilanciamento degli interessi e dei diritti in gioco, nei termini sopra indicati), d’altra parte però questa misura emergenziale è prevista fino al 31 dicembre 2021 e deve ritenersi senza possibilità di ulteriore proroga, avendo la compressione del diritto di proprietà raggiunto il limite massimo di tollerabilità, pur considerando la sua funzione sociale (art. 42, secondo comma, Cost.)”.

Ora seppur è vero che la sentenza fa riferimento ad una singola misura emergenziale, quella della sospensione dell’esecuzione degli sfratti, e la considera non più prorogabile perché la compressione del diritto di proprietà non è più tollerabile, è anche vero che velatamente lascia intendere che questa interpretazione potrebbe essere estesa anche agli altri diritti Costituzionalmente garantiti. (Continua dopo la foto)

La Corte Costituzionale sostanzialmente afferma che lo “Stato d’emergenza”, quantomeno per la sospensione dell’esecuzione degli sfratti, deve avere un termine, e che questo termine non può essere prorogato ad oltranza; quindi, non oltre il 31/12/2021; dice la Corte che il legislatore (non fa riferimento al Governo), nel caso la in cui la pandemia lo richieda, dovrà adottare misure diverse da quella della sospensione dell’esecuzione.

Quindi, giustamente, afferma la Corte che devono essere trovate e provate anche altre soluzioni per risolvere le emergenze.

Non si vede perché lo stesso principio non possa essere applicato agli altri diritti costituzionali che attualmente sono compressi.

Per questo dovremmo attendere che le altre questioni di legittimità costituzionale arrivino davanti alla Consulta.

Avv. Andrea Perillo