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“Non mi vaccino, non accetto la condizione di suddito”. La denuncia del grande filosofo

Pubblicato il 10/12/2021 17:35

No vax! Ormai chiunque dissenta viene infilzato con questa definizione. L’informazione unica di tv e stampa, ridottasi ormai a puro marketing del farmaco, fa ampio uso di questo marchio. Una sorta di manganello mediatico da usare contro chiunque sollevi la minima obiezione. Nuovo arrivato nella schiera dei nuovi paria è uno dei più stimanti pensatori liberali, il filosofo Carlo Lottieri professore di Filosofia del diritto a Verona e fondatore dell’Istituto Bruno Leoni: “Ho scelto di non vaccinarmi per una questione di principio: etico-giuridica, non sanitaria. Tutti gli anni tengo un corso sull’obbligo politico (cercando di mostrare come sia illegittimo che alcuni uomini dispongano di altri uomini), e sarei stato incoerente se avessi subito chinato la testa: accettando senza la minima reazione la condizione di suddito”. (Continua dopo la foto)

L’intervista all’Huffpost del filosofo è un benefico tuffo nell’intelligenza e nella coerenza: “Siamo in presenza di forme sottilmente totalitarie, di fronte a un Leviatano sanitario. Un’isteria irrazionale ci fa aderire a misure senza senso”. Ecco in due frasi espresso alla perfezione il sentimento che alberga nei 16 milioni di italiani che in base al sondaggio Ipsos ritengono il Green pass “una misura esagerata che viola la libertà di chi non vuole farsi vaccinare”. Quindi altro che 4 gatti analfabeti funzionali, come l’informazione italiana, per conto marketing di Big Pharma, descrive chi non cede al richiamo dell’iniezione. (Continua dopo la foto)

Lottieri ha le idee chiarissime e respinge al mittente ogni tentativo di addossare a chi liberamente sceglie di non vaccinarsi la responsabilità del contagio: “Il comportamento di chi non si vaccina non può essere considerato lesivo dei diritti altrui, e infatti in vari Paesi non lo è. Il grande equivoco è che o sosteniamo che vaccini sostanzialmente funzionano, o riteniamo che non funzionano. Se ti vaccini e hai una copertura dal virus, cosa temi dagli altri? Una persona protetta dal vaccino – che ha meno probabilità d’infettarsi e se questo avviene molto spesso non deve affrontare gravi conseguenze – ha davvero poco da temere da un non vaccinato”.

Una logica affilata che sembra però sfuggire alla maggioranza che governa il Paese e che di fatto può annoverarsi a tutti gli effetti fra i regimi autoritari: “Perché quando qualcuno impone qualcosa a qualcun altro, il secondo non è più un uomo libero. E perché c’è stata una scelta politica precisa: quella di puntare solo su una delle varie risposte possibili. Ma la medicina deve essere tarata su persone tra loro molto diverse. In ragione di un ben preciso calcolo politico, ci considerano tutti identici, e in tal modo si sta scivolando verso logiche totalitarie giustificate da quella che viene chiamata la scienza. Come europei, dobbiamo sapere che abbiamo costantemente nella nostra storia il rischio totalitario: non è un qualcosa venuto dal nulla e che si è esaurito nella Germania degli anni ’30 e ’40. (Continua dopo la foto)

Sugli effetti collaterali del vaccino il professore non ha dubbi: “Quella libertà di pensiero che storicamente era associata alla tolleranza – qualcosa che sembrava ormai acquisito – è oggi sempre più limitata. Si pensi alla difficoltà di ragionare seriamente sugli eventi avversi. Siamo di fronte a una prospettiva dogmatica e bigotta, che condanna sul piano morale ogni dissenziente.” L’affondo finale è da standing ovation: “Già prima che vi fosse un’offerta di pandemia c’era una domanda di pandemia. Per i governi e le élite a loro connesse la pandemia è stata una straordinaria opportunità: tanto più che abbiamo visto una società che ha chiesto solo di essere guidata, timorosa di morire di Covid e dominata da un’isteria irrazionale. Dal coprifuoco dopo le 10 di sera alle mascherine all’aperto, abbiamo aderito a misure senza senso. Noi italiani purtroppo abbiamo fornito lo standard, essendo stati il primo paese occidentale a essere stato colpito. E non è un caso che abbiamo prima dato il fascismo all’Europa e poi per decenni abbiamo avuto il partito comunista più grande dell’intero Occidente.”