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Napoli, boom di preti non vaccinati: scatta il pugno duro del vescovo

Pubblicato il 27/10/2021 16:01

Dopo la stretta nei locali e sul posto di lavoro, dove il Green pass è già diventato obbligatorio, ora anche per i preti è arrivato il momento di fare i conti con le imposizioni volute dal governo. L’arcivescovo di Napoli, monsignor Mimmo Battiglia, ha infatti annunciato il ricorso al pugno di ferro per i sacerdoti che ancora non si sono sottoposti al vaccino e che “intendono comunque svolgere il loro servizio a favore del Popolo di Dio”: tampone, pagato di tasca loro, o divieto di dire messa.

Boom di preti non vaccinati: scatta il pugno duro del vescovo

Battiglia ha inviato una nota a sacerdoti, diaconi e tutti coloro che hanno a che fare con il mondo pastorale, ricordando come lo stato di emergenza prorogato fino al 31 dicembre 2021 dal Governo italiano, ha richiesto a tutti “l’adozione di comportamenti responsabili e generosi”. E tuttavia, lo stesso Arcivescovo di Napoli ha anche sottolineato come “alcune persone, tra cui qualche ministro ordinato e qualche operatore pastorale, mi hanno manifestato la loro impossibilità fisica o morale a sottoporsi alla vaccinazione”.

Il vescovo ha invitato quindi chiunque non possa ottenere il Green pass a sottoporsi a tampone rinofaringeo per accertare la propria negatività al Coronavirus e poter svolgere serenamente la messa, in tutta sicurezza per sé stessi e per i fedeli. Una presa di posizione che non ha però mancato di scatenare diverse polemiche.

Molti fedeli, infatti, hanno sottolineato di sentirsi più sicuri di fronte a sacerdoti che hanno effettuato il tampone, rispetto a quelli vaccinati. Il Green pass, bene ricordarlo, ha infatti al momento valenza un anno, mentre l’efficacia dei farmaci anti-Covid, come ammesso dalle aziende che li producono, sarebbe ben inferiore: 6 mesi per Moderna, appena 2 per la monodose Johnson & Johnson. A conferma di come l’ottenimento del certificato verde non sia sinonimo di protezione dal virus.

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