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“Non si fanno autopsie sui contagiosi”. Scoppia il caso Miozzo, gli esperti: “È falso”

Pubblicato il 10/11/2021 12:14

Piano piano tutti i nodi stanno venendo al pettine. Ed è per questo che il governo sta facendo di tutto per prorogare lo stato d’emergenza, sabotare le commissioni d’inchiesta e censurare chi fa vera informazione (come il caso Report). L’ultima bomba sul modo folle in cui è stata gestita e si sta gestendo l’emergenza Covid l’ha lanciata Agostino Miozzo, dal 5 febbraio 2020 al 15 marzo 2021 membro del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) con le funzioni di coordinatore. In un’intervista ad Affari Italiani (del 7 novembre 2020) con il direttore Angelo Maria Perrino, Miozzo ha detto: “Le autopsie non si fanno sui pazienti che sono definiti morti per una malattia contagiosa. Questa è una regola di medicina legale, non si fanno le autopsie perché il morto è contagioso. Quindi questa è una indicazione di sanità pubblica”. Ma il punto è che non è assolutamente vero, ed è quindi subito scoppiato il caso. (Continua a leggere dopo la foto)

Su questo punto, infatti, Affari ha poi chiesto il parere del professor Vittorio Fineschi, uno dei massimi esperti italiani del settore, ordinario di Medicina legale all’Università Sapienza di Roma e direttore dell’obitorio comunale della capitale. Insieme ad altri colleghi e alla Società Italiana di Anatomia Patologica ha formulato le linee guida poi adottate per eseguire le autopsie durante il COVID. E ha sbugiardato proprio Miozzo: “Non è che non si fanno autopsie su pazienti contagiosi o morti per malattie infettive. Ci sono state all’inizio della pandemia una serie di direttive ministeriali che non consentivano di praticare le autopsie, dopodiché è stata subito modificata con una ulteriore direttiva ministeriale che prevedeva la possibilità di farle negli ambienti predisposti e quindi sicuri e protetti cioè le sale a BLS3. E quindi si sono cominciate a fare”. (Continua a leggere dopo la foto)

Rincara Fineschi: “Ci ha sorpreso l’affermazione di Miozzo, perché non ci risulta valida. Sì, il contagio si trasmette oltre che per via fecale anche per via aerea quindi non riusciamo a capire come sia possibile non fare le autopsie adottando i protocolli di sicurezza…”. Perché dall’inizio il Governo si è mosso dunque in questo modo? “Perché all’inizio non si sapeva nulla di questo virus e quindi è stata una cautela necessaria. Pensi che cosa sarebbe successo se il virus si fosse trasmesso, anche a seguito delle prime autopsie, agli operatori sanitari, a chi fa autopsie, sarebbe stato drammatico”. (Continua a leggere dopo la foto)

Però è scorretto dire che non si fanno le autopsie, come sostiene Miozzo. “Certo, certo, noi le facciamo su tutti, proprio non abbiamo mai avuto limitazioni purché ci sia una sala appositamente predisposta che ha i requisiti previsti dalla norma, insomma… L’affermazione di Miozzo? Gli sarà sfuggita… dai. Il ministero della Salute ha formulato numerose raccomandazioni e circolari. Siamo passati dalle prime che vietavano assolutamente o cercavano di limitare nella maniera più assoluta il confronto autoptico e le autopsie, a più miti raccomandazioni. In cui si intravedeva la possibilità di far ricavare dall’autopsia un proposito terapeutico, così come è sempre stato nella storia”. (Continua a leggere dopo la foto)

“La mancanza di autopsie eseguite sui decessi Covid 19 rappresenta un lockdown della scienza” in Italia. A maggio del 2020 lo hanno scritto, nero su bianco, i medici delle Università di Catania, Foggia e Catanzaro che hanno pubblicato sulla prestigiosa Journal of clinical medicine un articolo sull’opportunità mancata perché, rilevavano, “su 9.709 articoli scientifici redatti, soltanto sette hanno riportato indagini istologiche” e “sono state descritte solo due autopsie complete e la causa della morte è stata elencata come Covid-19 in una sola di esse”. Conclude Affari: “Sostenere, come fa Miozzo, che le autopsie non si fanno sui pazienti che sono definiti morti per una malattia contagiosa non risulta da nessuna regola di medicina legale. Resta un mistero capire perché Miozzo sia convinto della sua affermazione”. E qualche dubbio è facile immaginarlo…

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