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“Anche io in piazza: chi è contro il Green pass ha paura di dirlo”. L’urlo del campione di moto

Pubblicato il 20/10/2021 09:28

Prima ha preso una netta posizione via social, dovendo subire attacchi, insulti e la solita morale della solita Selvaggia Lucarelli (che lo ha accusato di ‘disinformazione gravissima che non si può perdonare a un personaggio pubblico’), poi è sceso direttamente in piazza a manifestare. Il campione di moto Marco Melandri è contro il Green pass e lo dice forte e chiaro. In una lunga intervista a Giulia Cazzaniga per La Verità spiega come stanno le cose per lui: “Di andare in tv o in radio a parlarne non mi va: verrei solo strumentalizzato. Venerdì ho partecipato anch’io a un corteo. Non ho nessuno a cui rendere conto, voglio semplicemente poter dire che, per me, quel che sta accadendo non va bene. Anche scendendo in piazza. Ho amici vaccinati e amici che hanno scelto di non farlo: parlo con tutti, si tratta di una scelta personale, null’altro”. (Continua a leggere dopo la foto)

Non le manda a dire Melandri, e parla di dittatura: “E cos’altro è quella che stiamo vivendo? Non era questa una Repubblica democratica fondata sul lavoro? Perché oggi occorre pagare per lavorare, se si fa una scelta diversa dal vaccino? Ma la prego, è importante chiarire: io non sono un No vax. Occorre dirlo, perché oggi se sei contro il certificato ti definiscono in modo improprio. Si tratta invece di una scelta delicata, con possibili innegabili effetti collaterali. Occorre rispetto per le decisioni di ciascuno sulla propria salute. Io non mi sono vaccinato, anche perché di recente ho avuto il Covid”. (Continua a leggere dopo la foto)

“A marzo – racconta ancora Melandri – sono arrivati febbre alta e mal di testa. Ho fatto i test fai da te, quelli che vendono nelle farmacie, erano positivi e ho aspettato che diventassero negativi per alcuni giorni di seguito prima di uscire di casa. Curandomi da solo, con i consigli di dottori amici: secondo il medico di base non avrei dovuto prendere nemmeno un antinfiammatorio. I protocolli sono troppo rigidi, tanti dottori hanno paura, e anche questo è un problema di cui si parla troppo poco”. Perciò niente green pass? “Non ce l’ho. Se vuole le racconto come è andata perché ben fa capire l’assurdità di come vanno le cose”. (Continua a leggere dopo la foto)

Spiega Melandri: “Decido di sottopormi al test sierologico. Il risultato è molto chiaro: il valore degli anticorpi è alto. Mi chiama quindi l’igiene pubblica, mi chiede dove avessi preso il virus e come sia andata. Spiego tutto, finisce qualche settimana e li richiamo io: era spuntata la novità del Green pass, ho chiesto di poterlo avere. Mi hanno risposto che a loro non risultava che io mi fossi ammalato. Proprio loro, che mi avevano chiamato dopo il test. Sarebbe una barzelletta, se ci fosse qualcosa da ridere. Per avere il pass dovrei quindi vaccinarmi. Così mi han detto, ovviamente. Ho chiesto di rimando: ma non si fa per avere gli anticorpi? Cosa mi serve se gli anticorpi li ho già? Nessuna risposta. Io non avrò studiato, ma questa mi pare una presa in giro”. (Continua a leggere dopo la foto)

Perché non fa il vaccino Melandri: “Perché alcuni casi in famiglia, a seguito dei quali ci siamo sottoposti tutti a esami, attestano che siamo predisposti a trombosi geneticamente. Quindi, grazie, ma no. E non mi risulta che chi abbia ripreso il Covid per la seconda volta abbia, statisticamente, subito gravi conseguenze: ho cercato i dati, non li ho trovati. Evidentemente non sono significativi”. Poi il racconto di un’altra assurdità tutta italiana: “Di ritorno a Milano Malpensa ho pagato 20 euro per sottopormi a un tampone rapido privato, seguendo come è ovvio le regole. Ci hanno assicurato che avremmo avuto il pass. Iniziava il weekend, non ci e mai arrivato, non ci hanno più risposto al telefono. La persona che era con me non ha potuto prendere il Freeciarossa per tornare a casa, perché le hanno impedito di salire. Treno regionale, stipato di persone, in piedi per tre ore senza distanziamento. Perché sui regionali il pass non è obbligatorio. Capisce che poi a uno viene da chiedersi se quanto stanno facendo sia davvero per la salute della gente, o se sia invece per avere un controllo sempre più stringente su tutti noi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Infine, la questione lavoro: “Devi averlo per scegliere il rappresentante di una classe di 12 alunni delle elementari, ma non per andare a votare i politici. Non mi sembra ragionevole. Va bene, basta un tampone ogni due giorni, ma non sono disponibili: ho cercato di prenotarne uno perché devo andare a Milano per lavoro, non ho trovato posto in nessuna farmacia nel raggio di chilometri. Non mi parlino di mettere un freno alla pandemia, quando si sa che anche i vaccinati prendono e possono trasmettere il virus. Dove lavoro io i tamponi si fanno ogni 24 ore, vaccinati e non, perché hanno trovato dei vaccinati positivi che erano asintomatici. E hanno contagiato altri vaccinati. Penso che lo Stato dovrebbe fornire tamponi gratis a ogni azienda all’ingresso visto che il vaccino è gratis”. (Continua a leggere dopo la foto)

Marco Melandri è campione del mondo di motociclismo della classe 250 nel 2002, nella sua carriera ha corso sulle piste di tutto il mondo, collezionando successi. Esordio a 15 anni su una 125, ha in tasca 44 vittorie. Vive a Pinzolo, si è trasferito in Trentino nel 2018, una scelta fatta per vivere accanto alla figlia, Martina, nella natura. Oggi le due ruote restano comunque un mestiere: è una delle voci tecniche di Dazn per il Mo-toGp.

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