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Medicina alternativa, ultimi in Europa. Ecco perché l’Italia la ignora

Pubblicato il 02/05/2022 18:49 - Aggiornato il 07/12/2022 17:52

Mentre in Europa il Parlamento Ue consiglia l’omeopatia come medicina alternativa per i casi clinici complessi e di lungo decorso, ad esempio come valido supporto all’allopatia e nel corso di protocolli di chemio e radioterapia, in Italia le autorità sanitarie sembrano fare orecchie da mercante, lasciando trasparire una certa volontà di affossare il comparto.
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Il bilancio di Omeoimprese

Dal bilancio annuale di Omeoimprese, l’associazione che in Italia rappresenta il comparto farmaceutico delle aziende produttrici di medicinali omeopatici e antroposofici, sono emerse queste ed altre notizie interessanti per il settore. Giovanni Gorga, presidente dell’associazione, ha spiegato che: «Abbiamo chiuso il 2021 con un dato positivo in termini di volumi. Il fatturato complessivo è vicino a quello dello scorso anno. Se il trend è stato un incremento lento, ma costante delle vendite, dobbiamo considerare che i prodotti omeopatici sono stati venduti a un prezzo medio più basso rispetto a 12 mesi fa, elemento in controtendenza con il mercato farmaceutico e con altri comparti come OTC e integratori».
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Il Parlamento Ue ne raccomanda l’utilizzo

Gorga ha poi aggiunto che: «In una situazione nazionale che ha visto un’impennata del costo della vita e un aumento generale dei prezzi, le nostre aziende hanno fatto una scelta in controtendenza, mettendosi al servizio della salute. Una decisione premiata da medici, farmacisti e pazienti, che hanno trovato nelle medicine complementari un valido alleato contro disturbi di lieve e media entità e come supporto alle cure farmacologiche tradizionali in caso di patologie più gravi. Persino il Parlamento Ue ha raccomandato l’utilizzo dell’omeopatia in casi clinici complessi e di lungo decorso, come valido supporto all’allopatia e nel corso di protocolli di chemio e radioterapia. Indicazioni che danno la percezione concreta di quanto all’estero la medicina omeopatica sia tenuta in considerazione».
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In Italia si osteggia la medicina alternativa

Il Parlamento Ue, in effetti, ha raccomandato ai Paesi membri di considerare l’omeopatia come un valido supporto terapeutico per il cancro nelle patologie oncologiche, «mentre in Italia – evidenzia Gorga – ancora qualcuno cerca di osteggiare, sulla base di pregiudizi, la medicina integrata, Strasburgo
parla di protocolli, addirittura per malati oncologici. Insisto affinché il ministero della Salute adotti quelle misure di carattere economico così vitali per lo sviluppo di questo comparto, da tempo inascoltate». Omeoimprese ha le idee chiare sul da farsi. Tra le richieste formulate c’è anche una rimodulazione di alcune voci tariffarie, ma le autorità sanitarie sembrano essere cieche e sorde rispetto alle loro istanze: «La memoria scritta lasciata in Commissione richiama l’attenzione del ministero sulla necessità di risolvere la questione delle tariffe. Non è più accettabile che una questione strettamente “politica” resti irrisolta. Allopatia e omeopatia sono due cose diverse e vanno considerate in modo distinto» spiega Gorga, che poi conclude lanciando dure accuse alla gestione italiana.
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Qualcuno vuole affossare il comparto

«Se analizziamo realtà come Irlanda, Spagna o Francia notiamo come le tariffe non superino mai qualche centinaio di euro, a fronte di importi che, in Italia, possono arrivare fino a 20mila euro per farmaci che fatturano complessivamente poche migliaia di euro. È un’assurdità di fronte a realtà come Austria, Lettonia e Paesi Bassi, dove le tariffe per gli omeopatici non vanno oltre i 250 euro. Un quadro che mostra come, in Italia, ci sia un chiaro disegno volto ad affossare il comparto».

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