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Malpensa, lavoratori sul piede di guerra contro Amazon: “No a un futuro di precariato”

Pubblicato il 08/11/2021 10:09

Oltre 130 lavoratori che rischiano di rimanere all’improvviso senza un lavoro e che si trovano a vivere giorni di grande incertezza dopo la notizia che il magazzino di Malpensa occupato fino a un anno fa da Dhl Express potrebbe aver trovato un nuovo inquilino, la multinazionale del commercio elettronico Amazon. Uno spazio grande complessivamente circa 7mila metri quadri, al terminal 2 dell’aeroporto milanese, gestito dalla società Sea, intorno al quale si sono accese feroci polemiche.

Amazon è al momento attiva a Malpensa con una quindicina di voli al giorno, prevalentemente da Asl e Blue Bird. Ma le mire del colosso americano sullo scalo sono evidenti, con le previsioni che parlano di un incremento atteso nei prossimi mesi, il linea con il trend del comparto. Sea da par suo al momento non ha commentato ufficialmente la notizia, ma le indiscrezioni pubblicate dalla testata Aeroporti Lombardi suggeriscono come sarà la multinazionale a occupare gli spazi del magazzino.

Nel frattempo, Sea ha confermato che il terminal 2 di Malpensa non sarà riaperto al traffico passeggeri, ma solo alle merci. Una doppia notizia che ha scatenato timori e ansie nei 130 lavoratori impiegati nel magazzino Amazon gestito da Mle-Bcube, tutti con contratti a tempo determinato della durata di 4 o 6 mesi rinnovati più e più volte. “Il futuro è cargo e precario?” si sono chiesti i dipendenti, con l’associazione di categoria Cub Trasporti che ha già indetto uno sciopero per il prossimo 26 novembre.

Lavoratori precari, assunti all’ultimo livello contrattuale nonostante un impiego molto faticoso, con l’utilizzo di ogni macchinario, senza una turnazione preventiva né tantomeno uno spogliatoio all’interno del magazzino. Costretti ora a fare anche i conti con un futuro incerto: i contratti di lavoro prevedono per loro un impiego stagionale, ma gli sforzi richiesti da Amazon ai suoi dipendenti non sono certo legati a momenti precisi dell’anno. Con la multinazionale che, senza dare alcuna garanzia ai lavoratori, continua a estendere le proprie mire su Malpensa.

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