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Madre e figlio (malato) senza il “Superpass” rifiutati in albergo, ci pensa il cuore di Italexit

Pubblicato il 15/03/2022 01:33

Spesso ci perdiamo in spiegazioni complesse sul perché o il per come, il green pass è uno strumento limitante e aggiungerei frustrante per molti cittadini, cercando virgole e punti di leggi e articoli per trovare quel varco che permetta in modo inequivocabile di dimostrare che è uno strumento che va abolito. A volte invece la risposta è davanti a noi, nuda, come la verità che esce fuori dal pozzo e non c’è nessun bisogno di fare piroette linguistiche per arrivare a far comprendere la realtà, così com’è. Ecco perché vorrei raccontarvi una storia, la storia di una mamma di Roma non vaccinata, che ha seguito suo figlio, un bambino fragile con una grave malformazione genetica, fino a Catania per un’operazione di ricostruzione delle articolazioni di una mano. (Continua dopo la foto)

Valeria, questo il suo nome, giunge in Hotel al calar della sera, con tutta la difficoltà, la stanchezza di quel momento, pensando finalmente di poter riposare e soprattutto dare ristoro al figlio, evidentemente debole e provato e invece trova la sorpresa e in mancanza di super green pass, gli viene negato l’accesso. Cosa è successo? Il padre del ragazzo, vive a Londra e precedentemente è stato lui ad accompagnare il figlio in queste occasioni, anche perché è vaccinato. Questa volta ha effettuato solo la prenotazione dell’albergo per il resto della famiglia, avendo capito, all’atto della prenotazione, che fosse necessario solo il green pass da tampone. Da qui il problema e la povera mamma, si è ritrovata sola, in mezzo al nulla, (perché questo ospedale è un po’ fuori porta, di conseguenza anche l’albergo), stanca e stressata dalla situazione, con un ragazzo al seguito davvero bisognoso in quel momento. (Continua dopo la foto)

Non c’è stato verso di convincere il personale ed il direttore della struttura ricettiva, affinché comprendesse la situazione almeno dal punto di vista umano. C’è sconforto nel pensare che la nostra umanità sia surrogata ad un certificato verde, soprattutto in un caso come questo. Ma per fortuna siamo in una di quelle storie dal finale agrodolce, dove l’amico giusto suggerisce al cuore di qualcun altro e una mamma disperata e scossa riesce infine a poggiare la testa sul cuscino e riposarsi per le numerose imprese del giorno, sue e del suo ragazzo. Perché noi siamo Italexit ,tutti noi che siamo in sintonia con certi valori, valori di una normalissima solidarietà, empatia, umanità, davvero non vorremmo che nessuno fosse lasciato solo e quando se ne ha l’opportunità, cerchiamo di colmare lo spazio che altri lasciano vuoto. (Continua dopo la foto)

E succede allora che alcuni attivisti di Ostia (Roma), vengono a sapere di questo fatto e si attivano spontaneamente per trovare una soluzione su una diversa sistemazione per la notte per Valeria e suo figlio e grazie al loro pronto intervento e reti solidali, la trovano. Italexit non è solo politica in senso stretto, c’è molto di più, c’è cuore dietro a queste persone, c’è un’anima che in molti casi è stata toccata direttamente o indirettamente da situazioni ed episodi spiacevoli o complicati e sanno bene quanto sia importante ricevere un aiuto qualsiasi in certi momenti.
Sulla vicenda interviene Giampaolo Bocci, Coordinatore Politico di Roma Metropolitana “Il centro della nostra Costituzione, stella polare del nostro partito, è l’uomo e i suoi diritti inalienabili, che non sono soltanto sanciti come legge fondante, ma che sono nostri per il solo fatto di esistere, di essere degli esseri umani!
E nessuno può toglierceli! Nessuno!
Noi di Italexit ci battiamo per questo!
Per essere umani!!!
Ogni giorno,
in ogni cosa:
Lavoro
Sport
Salute
Questo è il cuore di Italexit!
Questo è il nostro modo di pensare
Di vivere
Di amare gli altri esseri umani! “
La politica dovrebbe essere proprio questo, uno slancio d’amore verso l’uomo, la vita, la sostenibilità, la libertà, l’uguaglianza. Grazie Romina, Gianluca, Gabriele, Ester e grazie a chi ha ospitato Valeria. Non lasciamo solo nessuno.

Gabriella Resse