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Lo strano caso dei morti vaccinati da più di 5 mesi. Il rapporto dell’Iss pone nuovi quesiti

Pubblicato il 05/12/2021 12:29 - Aggiornato il 07/12/2022 18:28

L’aggiornamento nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità ogni settimana ci fornisce i dati sull’andamento del Covid in Italia: e se l’ultimo, quello del relativo al monitoraggio dal 1 dicembre 2021 e pubblicato il 3 dicembre 2021, conferma i trend sui contagi purtroppo già emersi dai precedenti report, ora è impossibile non notare che in ospedale ci vanno (e muoiono) sempre più vaccinati con doppia dose.

Il dato si fa ancora più preoccupante se consideriamo che, sempre attenendoci agli ultimi 30 giorni analizzati dall’Iss ed al suo report, si sono ammalati 75.515 non vaccinati. Di questi, ne sono morti 515. Ciò significa che lo 0,68% di chi non è vaccinato si ammala muore. Ma il dato che sorprende (in negativo) è in realtà quello relativo ai vaccinati e nel dettaglio a coloro che hanno completato il ciclo vaccinale da più di 5 mesi: negli ultimi 30 giorni si sono ammalati 44.023 vaccinati da più di 5 mesi e ne sono morti 482. Ciò significa che muore lo 1,09% di chi è vaccinato da più di 5 mesi e si ammala. I dati dell’Iss ci dicono quindi che chi è vaccinato da più di 5 mesi rischia più di chi non è vaccinato, nella misura del 37% in più. Queste cifre non possono che lasciarci con molti quesiti: chi è vaccinato da più di 5 mesi, quando il vaccino ‘termina’ il suo effetto, è più esposto degli altri? E’ più debole dal punto di vista immunitario? E se si, per quale ragione?

Ovviamente, anche questo dato va letto alla luce del paradosso di Simpson, che vuole che al crescere dei vaccinati cresca anche la loro incidenza sul totale, sebben questi numeri, rispetto a quelli dei contagi, siano più sproporzionati. Un altro dato di cui va tenuto conto è certamente il fatto che ad avere priorità anche sulla seconda dose vi sono stati i cosiddetti ‘fragili’, anziani o appartenenti alle categorie protette, circostanza che può inserirli nei vaccinati da più di 5 mesi. Dato che viene confermato anche dalla testimonianza del primario di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera di Padova, Annamaria Cattelan, che nel rivelare come i 40% dei ricoverati in terapia intensiva sia vaccinato con ciclo completo, specifica che di questi una grande parte sia composta da “anziani e con co-morbilità”. Tale particolarità, tuttavia, è comunque da considerarsi gravissima, poiché evidenzierebbe come i ‘fragili’ siano ora più esposti al virus, con le tragiche conseguenze che sappiamo. Interpretando questi dati viene da chiedersi se non sia corretto, a questo punto, estendere il super green pass non solo a chi non è vaccinato, ma anche a chi è vaccinato da più di 5 mesi: perché la loro situazione in termini di rischio di contagio e di morte è alla pari. Se non peggio.