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“L’Europa prepara l’embargo al petrolio russo”: la clamorosa indiscrezione (e le possibili conseguenze per l’Italia)

Pubblicato il 15/04/2022 09:21

L’Unione Europea sembra pronta a compiere un altro passo indietro, allontanandosi da Vladmir Putin, facendo scattare un vero e proprio embargo nei confronti del petrolio proveniente da Mosca. Una notizia che potrebbe cambiare drasticamente l’approccio al conflitto ucraino da parte dei Paesi del Vecchio Continente e che è stata lanciata dal New York Times, che ha parlato di una possibile, definitiva rottura tra l’Ue e la Russia.

Secondo l’autorevole testata americana, il prossimo passo dell’Ue sarebbe proprio quello di andare a colpire Putin al cuore, visto che la Russia ha nel petrolio una delle fonti economiche più importanti. La mossa, stando a quanto trapelato, non dovrebbe però essere messa in atto prima del 24 aprile, giorno dell’elezione del nuovo presidente francese. In questo modo si eviterebbe che un eventuale boom dei prezzi del carburante possa aiutare la candidata populista Marine Le Pens, danneggiando Macron.

Non dovrebbe trattarsi, però, di un embargo secco, da applicare in maniera netta fin dall’inizio. Per la testata americana, infatti, il blocco europeo si starebbe muovendo verso l’adozione di un divieto a fasi, che permetterebbe alla Germania e ad altri Paesi inizialmente contrari di avere il tempo per trovare dei fornitori alternativi. Un simile approccio è stato adottato dall’Ue per il divieto sul carbone russo e potrebbe dunque essere replicato a breve.

Una scelta che, in caso di conferma, asseconderebbe le richieste del leader ucraino Zelensky, che proprio in queste ore si è rivolto ai Paesi europei che continuano ad acquistare petrolio russo: “Sono soldi sporchi del sangue di altre persone”. Una notizia accolta con preoccupazione, però, da molti analisti, che temono gravi conseguenze per l’Italia dopo la recente impennata del prezzo di benzina e gasolio e le tante difficoltà delle famiglie nel far fronte ai rincari energetici. Il rischio è che i prossimi mesi siano ancora più duri e rendano necessari altri, gravosi sacrifici.

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