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“La protesta non è solo a Trieste: replichiamola in tutte le piazze d’Italia”

Pubblicato il 21/10/2021 11:18

L’Italia scesa in piazza in questi giorni per ribellarsi al Green pass non è soltanto Trieste, al contrario di quello che certa stampa sta tentando di far credere, ma un movimento di protesta pacifica che non conosce confini, pronto a replicarsi in ogni piazza, in ogni Regione. Nelle ore successive al drammatico sgombro del porto triestino, vigliaccamente ordinato dal Viminale con tanto di idranti sulla folla inerme, gli stessi portuali hanno chiarito come il Paese si stia preparano ad altre proteste, altri scioperi. Che non saranno però confinati al capoluogo del Friuli Venezia-Giulia.

"La protesta non è a solo Trieste: replichiamola in tutte le piazze d'Italia"

Al fianco dei portuali fin dall’inizio dello sciopero c’è Gianluigi Paragone, leader di Italexit, sceso anche lui in strada in questi giorni per dire no a un obbligo di certificazione che calpesta i diritti degli italiani, a partire da quello al lavoro che viene, di fatto, negato. In diretta Facebook, il senatore ha ospitato l’invito di Stefano Puzzer, leader della protesta triestina, a tutti gli italiani: “Vi chiediamo di far diventare Trieste la piazza di tutti, replicandola in tutta Italia. L’obiettivo deve rimanere lo stesso per tutti: l’abolizione del Green pass e dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario”.

Anche perché, come spiegato dallo stesso Puzzer, nonostante i goffi tentativi di certi media di sminuire e screditare le manifestazioni, in realtà sono tante le città che si sono già animate o stanno per farlo. “A Genova, ci sono comitati che stanno organizzando altre iniziative, altre cortei. E lo stesso accade a Milano, a Torino, ad Ancora. Ovunque. L’invito per tutti è questo: chi vuole raggiugerci qui a Trieste per partecipare è il benvenuto. Ma non esiste solo questa piazza. Ognuno può organizzarsi anche in loco, nella propria città, insieme agli italiani che con coraggio hanno deciso di alzare la testa e dire basta”.

Trieste, insomma, è stato soltanto il primo di tanti fuochi che si stanno accendendo. In maniera pacifica, come sottolineato dai portuali e come evidente agli occhi degli italiani dopo le cariche della polizia delle scorse ore, con manifestanti armati soltanto della propria voce e qualche cartello trascinati a terra e colpiti con forza. Le stesse forze dell’ordine, costrette a ubbidire a folli ordini provenienti dal ministero dell’Interno, hanno però presto capito l’errore: a Genova alcuni agenti hanno portato brioches ai manifestanti, a Trieste è stato già assicurato che non ci saranno ulteriori sgomberi. La protesta, intanto, corre lungo tutto lo Stivale.

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