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Inverno al freddo! Mentre Cingolani cincischia, l’Italia rischia di finire nei guai. Ecco perché

Pubblicato il 31/03/2022 16:52

L’Italia si trova in condizione di preallarme sulle forniture di gas dallo scorso febbraio. Eppure, nessuno sembra essersene accorto nei Palazzi romani del Potere. Come riportato da La Verità, il Ministero della Transizione Ecologica ha dichiarato lo stato di preallarme gas il 26 febbraio, cui è seguito il decreto legge 28 febbraio 2022, n.16, che all’articolo 2 ha modificato la legge che regolava la procedura cosiddetta di emergenza gas, risalente al 2011. Ma quali sono i possibili risvolti di questa situazione? Cerchiamo di fare chiarezza.
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Cosa dice il decreto

Secondo il decreto, possono essere adottate le misure finalizzate all’aumento della disponibilità di gas e alla riduzione programmata dei consumi previste dal Piano di emergenza del sistema italiano gas con un semplice atto di indirizzo del ministro della Transizione ecologica. Tradotto? Il Governo potrebbe decidere da un momento all’altro di attuare provvedimenti finalizzati al risparmio coatto dell’energia, Nel frattempo, magari, si sarebbe potuto evitare di esportare il gas nostrano, che pur contando volumi discretamente bassi, in questo momento avrebbe fatto più che comodo. Come si sarebbe potuto comunicare a Terna di minimizzare, ove possibile, l’utilizzo di risorse per il bilanciamento alimentate a gas. Eppure nessuno si è minimamente preoccupato di attuare anche solo mezzo provvedimento.

Una potenziale crisi imminente

Inoltre, l’emergenza gas, in teoria, dovrebbe terminare oggi, ma ancora non ha contezza di eventuali proroghe. Sorge spontaneo quindi domandarsi se il piano di emergenza sia aggiornato rispetto agli ultimi accadimenti, visto che da un momento all’altro potrebbe venire a mancare in via definitiva il flusso di gas dalla Russia, che – ricordiamolo – riguarda circa il 40% del fabbisogno nazionale. Esiste un piano di “salvataggio” che consideri strutturalmente questa riduzione? L’avvento dell’estate non è una scusante. Abbiamo sempre bisogno, in media, della stessa quantità mensile di gas dall’estero per riempire gli stoccaggi durante la bella stagione. Siamo in una situazione in cui il gas estivo costa più di quello invernale, bisogna tenerlo di conto in ottica di contrattazione. Le ultime cinque aste per l’assegnazione di spazio in stoccaggio erano completamente vuote, a riprova della delicatezza del momento.

Che intenzioni ha Cingolani?

Si attende con ansia che il ministro Roberto Cingolani batta un colpo. Ci sono diverse ipotesi sulle sue eventuali delibere, dal bandire nuove aste per gli operatori, dando a questi la possibilità di offrire prezzi negativi per aggiudicarsi lo stoccaggio. al far sì che sia un soggetto istituzionale “di ultima istanza” (Snam?) ad occuparsi dell’intero ciclo degli stoccaggi. In questo preciso momento storico il mercato non è in grado di fornire un servizio di sicurezza degli approvvigionamenti con le regole canoniche. Bisogna esserne consapevoli.

L’accordo con la Germania

Dal canto suo, Cingolani, ieri era Berlino per firmare l’accordo di sussidiarietà tra Germania e Italia, finalizzato al regolamentare l’eventuale mutua assistenza in caso di grave carenza di gas. Accordi simili sono già stati stipulati con altri Paesi dell’Ue sia dalla Germania sia dall’Italia. Al Berlin Energy Transition Dialogue, inoltre, il ministro ha detto che «sull’accordo di solidarietà sul gas fra Italia e Germania c’è piena intesa col governo tedesco: noi abbiamo chiesto un paio di settimane di tempo, per capire come lanciare le gare per lo stoccaggio». Cingolani dovrebbe però capire che il tempo stringe e che l’Italia potrebbe trovarsi senza forniture da un momento all’altro. È questione di giorni, non di settimane.

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