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In un articolo inedito Ricciardi disse che il “lockdown era una misura di cieca disperazione”

Pubblicato il 04/04/2022 16:20 - Aggiornato il 07/12/2022 17:59

Le dichiarazioni riportate nell’intervista dell’1/4/2022 su Radio RAI 1 di Donato Greco, ex Cts già Direttore Generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute e padre del piano pandemico nazionale del 2006, non fanno altro che confermare le responsabilità istituzionali che stiamo denunciando da quasi due anni e che sono a fondamento anche della causa civile intentata da oltre 600 cittadini.


In particolare, il Dott. Greco ha dichiarato che “La difficoltà è stata dover suggerire misure di contenimento la cui dimostrazione scientifica di efficacia era debole, mentre invece i costi sociali erano certi”.


E, sulle difficoltà incontrate nel lungo periodo scandito da decreti, obblighi e divieti, ha risposto: “Certamente la difficoltà spesso è stata quella di dover applicare misure la cui dimostrazione scientifica di efficacia era debole, mentre invece i costi sociali ed economici erano certi. Un esempio? Qualunque chiusura, a partire dalle scuole e fino alle limitazioni al commercio: sono misure di mitigazione che hanno un effetto sul contenimento dell’epidemia ma che certamente non riescono a contrastare la diffusione del virus. Come poi si è visto, di fatto anche l’isolamento più crudo del marzo 2020 non ha sortito alcun effetto di contenimento dell’epidemia”.


Il 6/10/2020, come riportato nell’articolo Agi Stampa , io stessa avevo dichiarato “Mi stupiscono le dichiarazioni sul fatto che si ritenga il lockdown una misura estrema proprio a fronte e in conseguenza di come è stata gestita la parte sanitaria relativa al tracciamento dei tamponi. Invero, tale dichiarazione può essere considerata ed interpretata come atto di ‘accusa’, segnatamente individuando e attribuendo responsabilità a chi aveva l’obbligo normativo di intervenire e gestire il tracciamento e prima ancora il reperimento di reagenti per effettuare i tamponi sui cittadini. È lapalissiano che il contenimento del virus passi e possa essere attuato attraverso il tracciamento a tappeto e nelle regioni ove ciò è stato attuato i casi d Covid si sono ridotti e/o contenuti nell’immediato”.


E, ancora, ricordavo che “nel verbale del CTS del 04 marzo 2020 le carenze del sistema riemergono, come emergono le carenze di comunicazione e di attivazione della catena di comando, laddove, in particolare, si evidenziano criticità nel passaggio delle informazioni dal livello regionale a quello centrale-governativo, ma, dato ancora più importante, si dichiara l’assenza di un piano pandemico e si dichiara che la risposta all’emergenza sanitaria pandemica viene approntata di fatto day by day”.
Quanto oggi dichiarato dal Dott. Greco avvalora il fondamento dell’azione civile, ormai incontestabile, e non solo per l’evidenza e consapevolezza delle responsabilità politiche ma perché in tali responsabilità si incardinano quelle civili per violazione di legge e/o omissioni da cui è derivata la strage soprattutto nei territori bergamaschi, bresciani e lombardi, prima che in tutto il Paese.


Una risposta silenziosa ma concreta all’insulto di chi ha apostrofato i familiari delle vittime in causa a Roma (riuniti ora nell’associazione #sereniesempreuniti – che assistiamo come Team Legale) che sarebbero alla ricerca di un “capro espiatorio” mentre le responsabilità sono pressochè documentali e financo confessate da chi aveva l’obbligo giuridico di tutelare la vita dei cittadini.
Le Istituzioni dimenticano che i veri capri espiatori della sciatteria istituzionale e dell’incapacità gestionale pandemica sono state le vittime italiane, soprattutto quelle bergamasche e bresciane…
Ci aspettiamo scuse pubbliche ufficiali


Avv.ta Consuelo Locati
Team Legale azione civile