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Immunità, terza dose, anticorpi: i nostri virologi danno ormai i numeri su tutto

Pubblicato il 10/11/2021 09:50

Il gran ballo della terza dose è già iniziato, con appelli e proclami che si susseguono di giorno in giorno. Sergio Abrignani del Cts ha parlato di somministrazione necessaria per “innescare una memoria immunitaria di lungo termine”, con Ilaria Caputa che a sua volta ha subito rilanciato: “Faremo un richiamo ogni anno”. Ma è davvero possibile continuare a fidarci dei nostri “esperti”? La domanda, in realtà, è tutt’altro che banale, considerando i teatrini ai quali abbiamo assistito, nei mesi, su tutti i fronti. Mascherine, lockdown, effetti collaterali dei vaccini. Una sequenza sempre uguali di annunci, smentite, allarmi improvvisi. Copione rimasto invariato ancora oggi, con la necessità di una nuova inoculazione a tenere banco.

La terza dose è stata l’ennesima occasione per osservare da vicino la totale confusione che regna tra i nostri virologi e scienziati. La Verità ha ricostruito in queste ore una breve cronistoria, a partire da quel 21 settembre in cui Guido Rasi, consulente del commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuoo, aveva annunciato: “Qualche classe d’età potrebbe non aver bisogno della terza dose. Meglio aspettare”. Chiaro, apparentemente. Nemmeno una settimana, invece, ed ecco l’improvvisa inversione a U: “Terza dose subito fino a 50 anni, poi estesa a tutti dal 2022”. Un bel cambio di rotta, non c’è che dire.

Rasi non è stato l’unico a mostrarsi particolarmente schizofrenico sul da farsi. Per Franco Locatelli del Cts, il 29 settembre “è tutto fuorché scontato che si debba andare verso una terza dose per i soggetti sani e giovani”. Il 4 novembre, invece, l’ipotesi di una nuova somministrazione era di colpo diventata “ragionevole e plausibile” anche per le fasce d’età inferiori, così da arrivare nel 2022 “all’inoculazione per tutti”. Un vortice di slanci in avanti e indietro talmente frenetico da spiazzare chiunque. Seguendo lo stesso identico copione già visto, per esempio, sull’efficacia dei vaccini: nel giro di poche settimane si è passati da una protezione “dalla durata di uno o due anni” alla necessità di un richiamo già dopo 6 mesi.

Difficile capire, in un contesto del genere, se sia la politica a seguire la scienza o viceversa. Perché la sensazione è che dietro i tanti, repentini cambi d’umore di scienziati e virologi ci siano indicazioni provenienti da altre parti, che siano Bruxelles o Palazzo Chigi è tutto sommato indifferente. Quel che è certo, è che mantenere una salda fiducia nei nostri esperti è ormai diventato difficilissimo, abituati a sentirli dire tutto e il contrario di tutto nel giro di poche ore. Certezze assolute, sulla terza dose, non sembrano ancora esserci. Ma non è così che vorremmo si muovesse il mondo della scienza.

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