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Il taglio delle accise c’è ma in molti distributori non lo troverete. La rivolta dei benzinai

Pubblicato il 23/03/2022 19:29

Com’è andato il primo giorno di taglio delle accise sui carburanti? Un po’ come una caccia al tesoro, se si è dal lato del consumatore. A sentire i gestori dei benzinai, invece, un vero e proprio caos. Dopo settimane di rincari stellari, benzina e gasolio tornano sotto i 2 euro al litro: in media 1,77 euro per la benzina e circa lo stesso il diesel.
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Il decreto che taglia i costi

Il decreto, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, prevede 25 centesimi in meno di accise, più l’aggiunta dell’Iva, per uno sconto totale di circa 30,5 cent/litro. Era ora. Prima di vedere gli effetti benefici della legge, però, si è dovuto aspettare qualche ora. La rete di distribuzione è un sistema complesso. Per il classico distributore con logo funziona così: il proprietario acquista il prodotto, lo cede al gestore e impone il prezzo al litro. Poi ci sono i rivenditori cosiddetti “ghost”, che lavorano solo in modalità self-service, quelli emanazione delle maggiori compagnie petrolifere e le “pompe bianche” senza brand specifico. Il giorno dopo il decreto ognuno ha reagito un po’ a modo proprio, facendo sì che si trovassero vere e proprie altalene tra i cartelli dei prezzi, anche a poche centinaia di metri di distanza.
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Taluni distributori non abbasseranno subito

Stefania Caimmi, gestore di un Q8 a Cernusco sul Naviglio, ad esempio, è ancora ferma ai prezzi pre-decreto. «Non posso abbassarli – spiega a il Giornale – due giorni fa ho acquistato migliaia di litri con tanto di accisa. Finché non smaltisco la giacenza nel serbatoio, non modifico il prezzo». L’insegna mostra le vecchie cifre: 2,219 per la benzina, 2,239 per il gasolio. Ci vorrà qualche tempo per esaurire le scorte, ma intanto poco più avanti la concorrenza, sempre Q8 ma in modalità self, vende già a molto meno.
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Altri l’hanno già fatto

Tra i primi a rivedere il listino ci sono i distributori delle grandi compagnie: Eni, IP, Q8 e Tamoil. Alcuni hanno addirittura raggiunto livelli che non si vedevano da prima della guerra in Ucraina. Altri si sono adeguati. Sono in molti a non aver ancora capito chi si accollerà i costi. «Il carico di benzina mi è arrivato ieri e l’ho pagato al prezzo vecchio – lamenta un gestore Esso – se la vendessi a 1,80 euro al litro, ci perderei 4.700 euro. E non posso permettermelo».
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Il nodo rimborsi

L’agenzia delle dogane ha imposto ai rivenditori di comunicare le proprie giacenze e, in teoria, sulla base di quei dati dovrebbe avviare una compensazione. «Pare che ci rimborseranno con un credito di imposta», dicono i gestori. Intanto c’era chi ancora non sapeva nulla si è fiondato alla pompa non appena visto il prezzo sotto i 2 euro. Altri hanno girato per le città alla ricerca della pompa con il prezzo più basso. Altri ancora, dopo aver riempito la prima auto, hanno pensato di fare altrettanto per le altre tre della famiglia.
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Lavoratori e consumatori la vivono diversamente

I dubbi però si fanno strada da i consumatori. Se per gli autotrasportatori il risparmio inizierà a vedersi subito, per le famiglie il discorso potrebbe cambiare: «In un mese, un pensionato quanti pieni vuole che faccia?», spiega Stefania, il gestore Q8. «Non farà in tempo a finire la benzina che quando tornerà alla pompa potrebbe ritrovare il prezzo di nuovo sopra i due euro». Resteremo tutti con le dita incrociate per un po’ di tempo. Intanto approfittiamo della situazione per fare qualche giro in più.

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