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Il caos vaccini fa scattare la corsa ai test sierologici: laboratori in tilt

Pubblicato il 27/10/2021 10:47

Ci hanno detto per mesi che avremmo dovuto fidarci, senza fiatare, delle indicazioni che arrivavano dall’alto. Peccato che, dietro le recenti scelte del governo Draghi, non ci sia la scienza con le sue certezze, ma soltanto una politica confusionaria, schizofrenica. Come testimoniato dal caos esploso improvvisamente intorno all’efficacia dei vaccini: “La protezione fornita da Moderna? Si ferma a soli 6 mesi. Quella della monodose Johnson & Johnson addirittura a 2”. Un’ammissione che ha scatenato l’improvvisa corsa ai test sierologici.

Come raccontato da Repubblica, infatti, chi deve avere la nuova somministrazione vuole capire se ha ancora anticorpi e quanti, magari per decidere se fare subito l’iniezione o aspettare. Ecco, allora, che in tanti hanno alzato il telefono per contattare farmacisti, medici di famiglia, laboratori. Con questi ultimi che si stanno già attrezzando per aumentare la propria capacità ricettiva, consapevoli di una domanda destinata a salire ancora nelle prossime settimane, quando ci sarà l’apertura della terza dose per le classi d’età sotto i 60 anni.

Come spiegato a Repubblica dal professore di immunologia dell’Università di Modena Andrea Cossarizza, il test sierologico quantitativo “può dare delle indicazioni. Se hai un buon titolo anticorpale puoi pensare di essere protetto, chiaramente tenendo conto che possono esserci delle eccezioni. Se di anticorpi invece non ne hai, capisci che è meglio fare la terza dose”. Il tutto mentre, nonostante la determinazione con cui il governo ha deciso di calpestare i diritti degli italiani imponendo loro il Green pass, il numero di prime dosi è in netto calo, con l’obiettivo 90% di popolazione vaccinata che pare irraggiungibile.

Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri in queste ore è tornato alla carica sulla “terza dose per tutti”, probabilmente da gennaio e per fasce d’età, mentre il ministero ha chiesto ad Aifa di esprimersi sul richiamo, con lo stesso vaccino o con un a Rna messaggero, a chi ha avuto la dose di Johnson&Johnson. Si sta ragionando sull’ipotesi di una seconda dose dopo due mesi, così come su una terza di Moderna a dosaggio dimezzato.

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