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È il “consulente” di Speranza, ma è anche indagato. Le mascherine di Arcuri colpiscono ancora

Pubblicato il 16/04/2022 10:43

“È una gran bella notizia che da oggi il ministero della Salute possa avvalersi del lavoro di altre due persone di grande qualità. Ho proposto Giuseppe Ippolito come direttore della ricerca e dell’innovazione e Sergio Iavicoli come direttore della comunicazione e dei rapporti internazionali”. Il primo settembre scorso il ministro della Salute Roberto Speranza annunciava tutto felice questa novità. Peccato, però, che Speranza ignorava (o almeno così si spera, a questo punto) che Sergio Iavicoli, medico del lavoro e dirigente Inail, era già indagato dalla Procura di Roma per falso ideologico, anche se la notizia era ancora riservata. Come rivela oggi La Verità, “il team da lui creato ha dato un supporto decisivo, con i suoi pareri trasmessi al Cts, alla validazione delle mascherine acquistate dal Commissario straordinario Arcuri. Tra i dpi «promossi» anche i 700 milioni ritenuti non conformi dalle indagini di due Procure e acquistati in Cina tramite il gruppo di mediatori guidati dall’ingegnere milanese Andrea Tommasi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Insomma, una giusta promozione per Iavicoli. Scrive ancora La Verità: “”Il 19 e 24 marzo e il 9 aprile 2021 i militari della Guardia di finanza si sono recati negli uffici del dipartimento di Medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail diretto da Iavicoli e hanno notificato a quest’ultimo un ordine di esibizione atti concernente tra l’altro l’acquisizione del «carteggio intrattenuto con il Comitato tecnico scientifico per la validazione dei dispositivi di protezione individuale importati dalla Cina» che facevano parte della maxi commessa intermediata da Tommasi & C. Nel momento delle validazioni Iavicoli era anche componente del Cts, che approvava in deroga le mascherine previo parere dell’Inail. Quindi, in qualche modo, chiedeva valutazioni a sé stesso”. Stupendo. (Continua a leggere dopo la foto)

Ma non è tutto. “Il 14 giugno 2021 la Guardia di finanza consegna un’informativa su questo filone dell’inchiesta alla Procura di Roma e il 21 giugno i magistrati iscrivono sul registro degli indagati Iavicoli per falso ideologico. L’1 settembre il medico romano conquista il posto da direttore generale al ministero” per volere di un felicissimo Speranza. Il 17 marzo 2022, però, i pm ritengono che “le indagini” nei suoi confronti “debbano proseguire”. Accipicchia. E così il 13 aprile, la notizia compare sul Fatto quotidiano, ma non ha alcun effetto. “In un appunto esplicativo consegnato alle Fiamme gialle Iavicoli spiega che l’Inail ha messo a disposizione del gruppo di lavoro, oggi considerato dagli inquirenti il buco nero nella catena delle certificazioni, personalità del suo dipartimento”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ma non avrebbero agito da soli, “bensì di concerto con «personale della Direzione generale della Prevenzione del ministero della Salute» e avrebbero preso le loro decisioni «esclusivamente su base documentale»”. Altra anomalia: “Le fatture sarebbero «state regolate in molteplici casi, prima rispetto alla validazione da parte del Cts». Dunque il gruppo di Monte Porzio Catone avrebbe avuto le maglie larghissime e grazie alle sue valutazioni quasi tutte le mascherine avrebbero ottenuto il via libera”. Viene sottolineata anche “la partecipazione attiva degli indagati nel predisporre per conto dei consorzi cinesi, le comunicazioni da inoltrare alla struttura commissariale al fine di risolvere eventuali problematiche sorte nella fase di valutazione dei dispositivi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Sergio Iavicoli, è stato promosso a direttore generale comunicazione e rapporti europei e internazionali. La nuova avventura lavorativa è iniziata il 30 agosto 2021 e ha come scadenza il 29 agosto 2024. “Lo stipendio lordo supera i 200.000 euro annui. Il sito del ministero segnala tra le sue prime trasferte una a Dubai, costata quasi 4.000 euro. Un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo”. Per un approfondimento su tutte le operazioni finite nel mirino degli inquirenti si rimanda all’articolo dettagliatissimo de La Verità.

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