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“I fondi europei non sono mai gratuiti!” E se a dirlo è addirittura Visco…

Pubblicato il 29/05/2020 13:26

Fare previsioni è difficile. La stessa bankitalia dichiara di “sapere di non sapere”. Ma una cosa è certa e la esprime bene perfino Visco, governatore della Banca d’Italia, enfatizzandola chiaramente: “i fondi europei -in qualsiasi modo si vogliano essi chiamare- non sono mai gratuiti”. Sussidi e prestiti sono misure che verranno erogate dall’UE contraendo un debito e che pertanto dovranno essere ripagate attraverso il contributo fiscale degli Stati membri.

Insomma, se lo dice anche Visco c’è poco da inneggiare alla vittoria. Con buona pace di “Quaquara Conte” e del governo di “Promettopoli”.

“Il debito europeo sarà il debito di tutti. E bisogna considerare oltretutto che “l’Italia è parte integrante dell’unione, è la terza economia, pertanto contribuirà in misura importante al finanziamento delle misure promosse”.

Ecco perchè, prosegue il governatore,”ogni Pese deve utilizzare le risorse messe a disposizione dalle istituzioni europee con pragmatismo, trasparenza e, soprattutto, in maniera efficiente”. Dietro la recente proposta dei 750 miliardi vi è un’assunzione collettiva di responsabilità.

A questo punto all’interno dell’articolo riportato da Milano Finanza, Visco prova a dare qualche indicazione per permettere all’economia italiana di tornare quanto meno ai ritmi di un decennio fa: “servirà un incremento medio della produttività del lavoro di poco meno di un punto percentuale all’anno”.

Prosegue il governato della Banca d’Italia dicendo che le risorse vanno indirizzate dove si possono ottenere i rendimenti sociali più elevati e “per farlo serve un miglioramento continuo e profondo nei servizi pubblici offerti, con le necessarie semplificazioni e con la giusta attribuzione e consapevole assunzione delle responsabilità”.

Altri campi in cui investire sono le infrastrutture, “affrontando i problemi di fondo del sistema scolastico, dell’università e della ricerca”.

“Nel 2021 il prodotto recupererebbe circa metà della caduta, ma queste stime presuppongono che prosegua il contenimento dei contagi a livello nazionale e globale. Altrimenti il crollo rischia di essere del13% quest’anno e la ripresa nel prossimo “molto più lenta”.