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Ho avuto un tumore e mi negano di adottare un figlio

Pubblicato il 30/03/2022 19:57

Carolina Marconi, la showgirl venezuelana, naturalizzata italiana, divenuta famosa per aver partecipato alla quarta edizione de Il Grande Fratello, ha lottato contro il brutto male che l’aveva colpita utilizzando il media più potente di oggi: i social network.
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La lotta e poi la beffa

L’ex gieffina ha lottato con tutte le sue forze contro il tumore che l’ha colpita. Il cancro è arrivato proprio nel momento in cui avrebbe voluto diventare mamma, un’aggravante ma anche un pensiero a cui aggrapparsi. Il fatto di poter avere un bambino, infatti, l’ha aiutata a sopportare le pesanti cure, gli interventi ed il dolore. Proprio quando sembrava che il peggio fosse passato, ecco un’altra batosta: l’impossibilità di avere nell’immediato un bebè. Ecco allora la nuova sfida da affrontare, coronare il sogno di adottare un bambino. Ma le cose non sono andate bene.
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La denuncia

Non si è fatta scrupoli nel mostrare le sue sofferenze, raccogliendo l’abbraccio virtuale di molti dei suoi fan. Oggi torna a confidarsi con i follower, ma purtroppo stavolta le notizie non sono buone: «Io e Ale avevamo pensato di adottare un bimbo viste le tante difficoltà… ma purtroppo non sono idonea ad intraprendere un’adozione perché ho avuto un tumore, anche se sono guarita».
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Una discriminazione assurda

Oggi la Marconi si fa nuovamente forza, proponendosi come portavoce di chi versa nelle sue stesse condizioni: «Più di 900mila persone in Italia guarite di tumore non possono essere libere di guardare il futuro senza convivere con l’ombra della malattia e per questo è molto difficile adottare un bambino, ottenere un mutuo, farsi assumere… una vera e propria discriminazione».
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L’appello

La showgirl lancia poi un vero e proprio appello attraverso i suoi canali social: «Ci sono paesi come Francia, Olanda, Lussemburgo, Portogallo, Belgio che hanno aderito al riconoscimento del Diritto all’oblio oncologico con l’obiettivo di ottenere una legge che tuteli le persone che hanno avuto una neoplasia  – sottolinea Carolina – L’associazione Aiom lancia una campagna per richiedere all’Italia di adeguarsi garantendo i diritti degli ex pazienti. Abbiamo raccolto fino ad oggi 24mila firme. Lo scopo è il raggiungimento di più di 100.000 firme che verranno poi portate al Presidente del Consiglio per chiedere l’approvazione della legge». La conclusione è forte ed efficace: «Noi non siamo il nostro tumore».

È stata coraggiosa Carolina nel denunciare pubblicamente una simile situazione, portando alla luce un tema tanto delicato quanto importante. È disumano escludere da certe procedure burocratiche chi ha già sofferto tanto, spesso trovando ben poco supporto e conforto dal “sistema Stato”. Come ha evidenziato la Marconi, infatti, non solo le adozioni ma tante altre possibilità sono inibite a chi ha superato una malattia oncologica, trovandosi nelle condizioni di essere, in pratica, marchiati come cittadini di “serie b”. È il caso di dire “oltre il danno, la beffa”.

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