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Guerra in Ucraina, ecco come le lobby delle armi speculano sul conflitto

Pubblicato il 18/03/2022 11:14

“La Francia porterà avanti il progetto di reinvestimento del Fondo europeo per la difesa per poter andare avanti e consolidare questo sforzo”. E ancora: “Dobbiamo intensificare gli investimenti in armamenti per poter affrontare una guerra ad alta intensità”. Parole e musica di Emmanuel Macron, il presidente francese tornato proprio in queste ore sul conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Tracciando una rotta che porta, inevitabilmente, all’aumento di spese sul fronte militare. E confermando indirettamente una tesi portata avanti da diversi analisti: a vincere il conflitto, alla fine, sarà sicuramente la lobby delle armi.

Come spiegato dalla testata Domani, già durante la pandemia la spesa militare è andata pian piano crescendo, toccando nel 2020 la cifra record di 4.000 miliardi di dollari. Anche nel nostro Paese, i numeri sono in costante aumento: il bilancio della Difesa è infatti passato dai 21,4 miliardi di euro del 2019 ai 26 del 2022. Una cifra destinata a salire ancora nel prossimo futuro, a conferma di un percorso ormai ben delineato.

Di recente, infatti, il nostro Parlamento ha approvato un ordine del giorno che chiede al governo di aumentare ulteriormente la spesa militare fino a raggiungere i 38 miliardi di euro l’anno, come d’altronde previsto dagli accordi Nato. Impossibile negare che il conflitto scoppiato in Ucraina abbia dato un ulteriore input alla corsa alle armi, spingendo i governi a sforzi ulteriori. Per la gioia di chi, in queste settimane, ha visto impennarsi il proprio volume d’affari.

E pensare che Mario Draghi aveva sottolineato come la priorità “dovrebbe essere l’efficienza della spesa militare a livello europeo, per ridurre duplicazioni e sprechi” e non quindi un aumento in aggregato. Il timore è che a muoversi in questi giorni sia “un composito gruppo di avvoltoi che sta usando la trageida ucraina per una formidabile azione di lobbying che sposta risorse pubbliche dalla spesa sociale verso quella militare, in nome delle sofferenze ucraine”. Con risultati sotto gli occhi di tutti.

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