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Green pass ridotto a 6 mesi: il governo già pensa alla stretta

Pubblicato il 14/11/2021 12:16

Alla luce dei recenti dati dell’Iss sull’efficacia della copertura vaccinale nel tempo, anche sul green pass il governo potrebbe “correre ai ripari” e ridurre la durata a 6 o 9 mesi. Se i cittadini non “obbediranno” e non faranno la terza dose, infatti, si farà strada l’ipotesi di ridurre la validità della certificazione verde, ormai mandatoria per lavorare e socializzare. I 6 mesi infatti sono la copertura “garantita” dai vaccini: lo dimostrano i dati dell’Iss. E potrebbe esserci una stretta anche sul green pass concesso dal tampone rapido …

La riduzione della durata del green pass potrebbe essere decisa la prima settimana di dicembre. L’analisi degli scienziati dell’ISS non lascia dubbi: «Dopo 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età». Il calo dell’efficacia vaccinale, un fenomeno definito waning, prima e dopo i sei mesi dalla data di somministrazione, «scende di 25,5 punti, passando da 75,5 a 50,2 per le infezioni; per la malattia severa che porta al ricovero o in terapia intensiva si riduce solo di 9,7 punti (da 91,8 a 82,1), e la protezione resta in ogni caso molto alta». Il messaggio dell’Istituto superiore di sanità che accompagna questi dati è che «la terza dose va fatta, soprattutto per le categorie per cui è raccomandata ora, perché il waning già si vede, pur restando protetto chi è vaccinato in maniera determinante rispetto a chi non si è immunizzato».

Come riporta Il Corriere della Sera, martedì la Camera dovrà convertire in legge l’ultimo decreto sul green pass. E il governo potrebbe decidere di farlo passare con il voto di fiducia. (per l’ennesima volta). In tale contesto saranno due sono i punti da esaminare riguardo al green pass: la durata di 12 mesi dall’ultima somministrazione e il rilascio a chi non è vaccinato e si sottopone al test antigenico. Bisognerà infatti verificare se un anno non sia un lasso di tempo troppo lungo e dunque valutare se ridurne la validità a sei mesi o almeno a 9 mesi. Si mette anche in discussione la validità dei tamponi rapidi perché un’alta percentuale di «falsi negativi» non rischi una diffusione incontrollata del virus. La decisione sarà presa dopo la consultazione col Cts, ma solo dopo aver misurato l’andamento della campagna vaccinale in vista del via libera alla terza dose per chi ha più di 40 anni annunciato da Speranza, via liberà che scatterà dal primo dicembre.