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Gli esperti avvertono: “Ecco quando l’Italia potrà tornare ai livelli pre-Covid”

Pubblicato il 02/01/2021 14:56 - Aggiornato il 03/08/2022 14:16

La ripresa è lontana, lontanissima. Al punto che, per tornare ai livelli precedenti l’arrivo della pandemia di Covid-19, all’Italia saranno necessari almeno cinque anni. A dirlo sono le previsioni della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, secondo le quali per lasciarsi definitivamente alle spalle l’emergenza bisognerà attendere addirittura il 2025. Per quanto riguarda il 2021 appena iniziato, invece, la ripresa nel secondo semestre farà segnare al Paese il +4,7% di Pil (dopo il -9% di quest’anno), ma con un debito che resterà sopra il 160% ancora per diverso tempo.

Gli esperti avvertono: "Ecco quando l'Italia potrà tornare ai livelli pre-Covid"

Secondo lo studio, a livello globale i vaccini potrebbero portare a una crescita mondiale intorno al 4,8% nel secondo semestre, compensando il calo del 4,1% del 2020 e portando il Pil aggregato a livelli pre-crisi. Nel dettaglio per l’Italia, sarà tra i Paesi europei che impiegheranno più tempo per tornare ai livelli di Pil del 2019, ma a è destinata a mostrare tassi di crescita superiori a quelli considerati abituali probabilmente per tutto il quadriennio 2021-2024. Tra i diversi settori il recupero del 2021 sarà più marcato per gli investimenti (+10,6% dopo il -8,1% del 2020), trainati soprattutto delle costruzioni, che per i consumi (+4,8% da -10,9%), ancora frenati dalla spesa per servizi che segneranno solo un +4% dopo il crollo del 16,3% stimato nel 2020. La propensione al risparmio resterà più alta al periodo precedente alla pandemia.

Gli esperti avvertono: "Ecco quando l'Italia potrà tornare ai livelli pre-Covid"

In crescita anche la disoccupazione, che dovrebbe arrivare all’11,4%. Resta poi l’incognita legata alla politica fiscale. L’impatto della legge di Bilancio sarà parziale, per il resto si attendono le sovvenzioni in arrivo dall’Unione Europea. I tempi, però, restano incerti e così l’impatto maggiore potrebbe aversi soltanto nel 2022 e non, quindi, a breve. Lo studio suggerisce la necessità di “accompagnare gli stimoli dal lato della domanda con riforme strutturali dal lato dell’offerta”.

Nelle previsioni della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, la politica fiscale rimarrà espansiva a lungo, il ruolo dei detentori istituzionali diventerà sempre più ampio nei prossimi anni e “il debito al netto delle passività verso Ue ed Eurosistema (appena superiore al 100% del pil ovvero ben più basso del debito “lordo”) non si discosterà molto dai livelli pre-COVID, il che dovrebbe rendere il debito italiano meno esposto alla volatilità dei mercati finanziari rispetto al passato”.

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