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Gli artigli di Draghi sul potere. Ecco i piani per “colonizzare” i vertici delle aziende pubbliche

Pubblicato il 28/02/2022 10:39

Se pensate che le attenzioni di certi politici e manager siano rivolte al delicato quadro internazionale che si sta delineando in queste ore concitate, sappiate che vi sbagliate. E di grosso. A tenere banco nei palazzi del potere è infatti il tema delle poltrone, per la precisione di quelle 639 in scadenza per le quali è previsto l’avvicendamento, distribuite tra 146 organi sociali di 107 società del ministero dell’Economia. Il rinnovo è stato calendarizzato nelle riunioni dei prossimi mesi, con in ballo un totale di 399 consiglieri e 240 sindaci.

Come raccontato da Antonella Baccaro sulle pagine del Corriere della Sera, l’ultima analisi del centro studi CoMar sulle partecipate di Stato ha delineato una partita accesissima, che si sta già giocando. La titolarità delle nomine è in capo all’organo di governo del ministero dell’Economia, ma a recitare il ruolo di protagonista è uno dei fedelissimi del premier Mario Draghi, Francesco Giavazzi. Scelte non banali, perché daranno il polso della tenuta di un esecutivo che nelle ultime settimane si è mostrato parecchio frammentato.

Tra i rinnovi più attesi c’è quello dei vertici Invitalia, con l’amministratore delegato Domenico Arcuri di colpo non più blindato come in passato. Anche perché l’amico Giuseppe Conte, al momento, è impegnato su ben altri fronti, ancora più roventi, quelli che interessano la leadership del Movimento Cinque Stelle. Non a caso, in molti danno per favorito al suo posto Bernardo Mattarella. L’altra società che a breve sarà al 100% del Mef è Sace, dove sarebbe in arrivo “un dirigente del ministero”. Da rinnovare ci sono complessivamente nove componenti, tra cui l’ad Pierfrancesco Latini.

Non da meno la partita sul fronte energia, con Snam e Italgas al centro della scena: possibile che vengano rinnovati gli ad Marco Alverà e Paolo Gallo, ma le sorprese dell’ultimo minuto sono sempre dietro l’angolo. Il ministero dell’Economia è anche al centro della partita Mps, dove sono da nominare i board di sette controllate. Le donne dovranno ottenere una rappresentanza di almeno due quinti dei consiglieri d’amministrazione e dei sindaci delle società quotate.

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