Tra le voci fuori dal coro che si sono fatte avanti in questi giorni di feroci discussioni sull’opportunità o meno di vaccinare i bambini, c’è quella del professore associato di Scienze mediche tecniche applicate dell’Università di Roma-Foro Italico Giovanni Frajese. Che, senza troppi giri di parole, aveva spiegato nelle scorse ore di non voler procedere con la somministrazione dei farmaci anti-Covid alla figlia. E che ha ribadito la sua posizione alle pagine della Verità.
Intervistato da Francesco Borgonovo, Frajese ha spiegato la sua decisione: “Ho fatto una valutazione del rischio nei bambini, osservando i dati. Guardo per esempio a quelli tedeschi, che sottolineano come il rischio più basso legato al Covid è stato osservato nei bambini tra i 5 e gli 11 anni senza patologie. In questo gruppo, l’ammissione in terapia intensiva è stata di 2 casi su 100 mila. Il rischio di mortalità non è nemmeno calcolabile, visto che non ci sono stati morti”.
Frajese non ha dunque intenzione di cambiare idea, nonostante i tanti allarmi lanciati in questi giorni dagli esperti sull’incidenza in aumento: “Sarei curioso di sapere se questi casi riguardano bambini che hanno altre patologie o se si tratta di bambini sani che prendono il Covid e finiscono in terapia intensiva. Questa seconda ipotesi, guardando i dati tedeschi, mi fa sorgere qualche dubbio. Secondo me ci sono più rischi che benefici. Dovremmo chiederci se ha senso correre questi rischi, visto che nelle precedenti sperimentazioni sugli adolescenti, le reazioni erano state il 6,8% dopo la prima dose e l’8,9% dopo la seconda”.
In tv, Frajese aveva pronunciato un’altra frase che aveva fatto infuriare i santoni-virologi del nostro piccolo schermo, sottolineando come il vaccino per i bambini sia ancora in fase di sperimentazione: “Esiste un trial del National Institute of Healt americano piuttosto chiaro. Dice che lo studio è iniziato il 4 marzo 2021 e finirà il 23 luglio 2024, data stimata. È uno studio del governo americano su BioNTech. Oggi si sentono tante opinioni ma pochi dati. Ecco, questo è un dato”.
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