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Quarta dose per tutti, arriva la stroncatura dell’Ema: ecco cosa hanno scritto nelle motivazioni

Pubblicato il 07/04/2022 08:05 - Aggiornato il 07/12/2022 17:58

“Per gli adulti under 60 con sistema immunitario normale, non ci sono attualmente prove conclusive che la protezione vaccinale contro le malattie gravi stia diminuendo o che ci sia un valore aggiunto di una quarta dose”. La task force Covid-19 dell’Ecdc e dell’Ema ha dunque concluso che è troppo presto per considerare la somministrazione di una quarta dose di vaccini mRna a tutta la popolazione. Come spiega TgCom24, entrambe le agenzie hanno però convenuto che “una quarta dose (o un secondo booster) può essere somministrata agli adulti di età pari o superiore a 80 anni”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ancora non ci sono prove chiare, nell’Unione europea, che la protezione vaccinale contro le malattie gravi stia diminuendo sostanzialmente negli adulti con sistema immunitario normale tra 60 e 79 anni grazie ai vaccini e quindi non vi sono prove chiare a sostegno dell’uso immediato di una quarta dose. All’Agenzia europea del farmaco (Ema) e al Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), sulla fascia 60-79 anni, gli esperti dicono che continueranno a monitorare i dati per determinare se vi sia un rischio crescente di malattia grave tra i vaccinati. (Continua a leggere dopo la foto)

“Se la situazione epidemiologica attuale cambia ed emergono nuovi segnali, potrebbe essere necessario prendere in considerazione una quarta dose in tale fascia d’età. Nel frattempo, le autorità nazionali esamineranno anche i dati locali per decidere se utilizzare una quarta dose nelle persone a rischio più elevato. Dal momento che le campagne di vaccinazione potrebbero iniziare in autunno, le autorità considereranno il momento migliore per le dosi aggiuntive, possibilmente sfruttando i vaccini aggiornati”. (Continua a leggere dopo la foto)

Le prove sugli effetti di una quarta dose provengono in gran parte da Israele, notano le due agenzie nella nota: “I dati indicano che un secondo booster somministrato almeno quattro mesi dopo il primo ripristina i livelli di anticorpi senza sollevare nuovi problemi di sicurezza. I dati suggeriscono anche che un secondo booster fornisce una protezione aggiuntiva contro le malattie gravi, anche se la durata dei benefici non è ancora nota e le prove sono ancora limitate”.

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