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È come nominare Dracula presidente dell’Avis. Ecco chi si occuperà di ‘salvare’ la sanità europea

Pubblicato il 12/08/2020 13:47 - Aggiornato il 12/08/2020 19:18

Italia, Paese dalle inquietanti sorprese. Proprio colui che per anni ha promosso l’austerità in Italia, tanto da far diventare il suo volto l’emblema della politica dal governo improntato sulla “spending review” e da aggiudicarsi il titolo di “premier che più di tutti ha tagliato la sanità”, adesso ricoprirà il ruolo di presidente della commissione per la Salute e lo Sviluppo sostenibile, avente l’obiettivo unico di “elevare l’assistenza sanitaria e sociale come priorità sociali e politiche”. 

Cioè dovrà fare tutto il contrario di quello che ha fatto. La commissione, istituita dall’ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha l’obiettivo di “formulare raccomandazioni sugli investimenti e le riforme da attuare per migliorare la resilienza dei sistemi sanitari e dei sistemi di assistenza sociale di ciascun Paese”. 

Sembra una barzelletta, ma non è così. E il Dottor Hans Henri P. Kluge, Direttore regionale dell’Oms per l’Europa, ringrazia così l’ex premier: “Il nostro obiettivo è posizionare la salute al primo posto dell’agenda politica all’interno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari e di assistenza sociale nei 53 Stati membri. Siamo orgogliosi che il professor Mario Monti, molto stimato per la sua leadership dimostrata come Primo Ministro italiano in un momento critico, come Commissario europeo e come Presidente dell’Università Bocconi, abbia accettato di presiedere la Commissione”.

Per non parlare di quanto Monti dichiara: “Sono onorato di presiedere la nuova Commissione paneuropea per la salute e lo sviluppo sostenibile. Questa pandemia ha aggravato le disuguaglianze e le divisioni che stanno paralizzando le nostre società e impedendo il progresso verso lo sviluppo sostenibile”.

Ma Monti non è stato l’unico che nel corso degli anni ha ‘mandato a morire’ il sistema sanitario nazionale. Insieme a lui Enrico Letta, Matteo Renzi e – soprattutto – Paolo Gentiloni. Uno studio della Fondazione Gimbe ha calcolato in 37 miliardi di euro i tagli effettuati dal governo Monti in poi. 

Povero il nostro sistema sanitario, i cui pezzi verranno goffamente ricuciti da chi lo ha sbrandellato.