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“Covid, numeri falsi. Ci nascondono 122.000 morti”: la clamorosa denuncia di Zambon

Pubblicato il 04/04/2022 12:58 - Aggiornato il 07/12/2022 17:59

Allontanato, di fatto costretto alle dimissioni, da quell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la quale lavorava. Reo, di fatto, soltanto di aver fatto il proprio dovere, pubblicando un rapporto critico sull’Italia in piena pandemia. Della storia di Francesco Zambon abbiamo parlato più volte sulle pagine del Paragone, una polemica ancora oggi estremamente attuale, mentre continuano le indagini della Procura di Bergamo per accertare le responsabilità nella gestione dell’emergenza Covid. Una scelta, quella di lasciare l’Oms, della quale il ricercatore “non si pente affatto”.

Intervistato da Fabio Dragoni per La Verità, Zambon ha spiegato che ancora oggi non è possibile fare un vero bilancio della pandemia: “Non sappiamo ancora quanti siano i morti, diretti o indiretti, per il Covid. È l’indicatore più importante e quello da cui partire per la prevenzione in futuro. Poche settimane fa è uscito un solidissimo articolo su Lancet, rivista scientifica tra le più autorevoli in ambito medico, che risponde alla domanda: quanti morti ha provocato il virus nel biennio 2020-21? A differenza delle stime ufficiali, il gruppo di studiosi argomenta che i morti per la pandemia non sarebbero 6 milioni ma 18 milioni”.

Come spiegato da Zambon, l’articolo di Lancet suggerisce anche che in Italia “per il biennio preso in considerazione i morti non sarebbero 137.000 ma 259.000”. I decessi in più. quindi, sarebbero ben 122 mila: “Invece di utilizzare l’articolo come fonte di dubbio, le nostre istituzioni si sono affrettate a dire che i nostri sistemi di monitoraggio funzionano e portano a cifre diverse, avanzando dubbi sullo studio. Perché, invece, non mettere in discussione i nostri monitoraggi? Altri Paesi hanno un numero di morti dichiarato praticamente sovrapponibile a quello stimato. Non siamo affatto i migliori della classe”.

Secondo Zambon “dovremmo iniziare a chiederci il perché di un eccesso di mortalità così marcato. Da un ridotto accesso alle cure? Da un minore follow-up di pazienti con malattie croniche? Dal non aver contato come positivi alcuni decessi della prima ondata perché non c’erano tamponi?”. Servirebbe fare chiarezza ma “c’è chi vorrebbe farlo e chi fa di tutto per non farlo. Ci sono responsabilità morali, giuridiche e politiche”.

Per quanto riguarda le origini della pandemia “l’Oms aveva suonato l’allarme già il 5 gennaio 2020, invitando i Paesi ad attuare immediatamente il piano pandemico antinfluenzale”. Il ministro Roberto Speranza “insiste nel dire che non ne avevamo uno. Invece c’era, seppur vecchio. Non capisco con quale coraggio si possano mettere certe cose nero su bianco”.

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