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Covid, addio pandemia: ora è sindemia. Che vuol dire e cosa cambia

Pubblicato il 16/03/2022 08:18

Sul Covid ne abbiamo sentite tante, adesso dobbiamo abituarci ad un’altra parola. Dopo virus, virologi, lockdown, Dpcm, congiunti e chi più ne ha più ne metta, ora al nostro vocabolario si aggiunge “sindemia”. Che vuol dire? Che la pandemia di Covid-19 si sta trasformando: il virus non solo sta diventando endemico, ossia una malattia infettiva presente in pianta stabile in una determinata regione o popolazione, ma dobbiamo abituarci a vederla anche dal punto di vista di una sindemia. E cioè? Come spiega Alessandro Ferro su Il Giornale, “come riporta la Treccani, si tratta dell’insieme di problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotti dall’interazione sinergica di due o più malattie trasmissibili e non trasmissibili, caratterizzata da pesanti ripercussioni, in particolare sulle fasce di popolazione svantaggiata”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il concetto lo ha ribadito anche Silvio Brusaferro. Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, nel corso di un convegno dedicato alla salute pubblica durante la pandemia Sars-CoV-2, ha detto: “Dobbiamo considerare questa pandemia dentro una logica di sindemia, dove cioè aspetti biologici e aspetti sociali interagiscono e nella loro interazione si definiscono anche i livelli di rischio e di suscettibilità delle persone e delle comunità”, che poi è l’obiettivo della sanità pubblica. Il termine è stato introdotto dal medico e antropologo americano Merril Singer e deriva dalla fusione di quattro parole: sinergia, epidemia, pandemia e endemia. (Continua a leggere dopo la foto)

Spiega gli effetti negativi causati tra due o più malattie su persone e società. Scrive ancora Ferro: “Una visione sindemica esamina il motivo per cui alcune malattie si raggruppano colpendo sia il singolo ma anche gruppi di individui, qual è il percorso biologico all’interno del singolo e nelle popolazioni moltiplicando il loro potenziale di malattia. In questo modo, particolarmente esposti a una sindemia sono i popoli più vulnerabili ma anche le condizioni di disuguaglianza sociale e ingiustizia che contribuiscono al raggruppamento e all’interazione delle malattie”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Questa branchia dell’antropologia e della scienza serve a esaminare le conseguenze su come molte patologie, in questo caso il Covid, interagiscano con un mondo globalizzato da miliardi di persone e il modo in cui questa interazione possa peggiorare una malattia. Comprendere questi meccanismi darà origine a prognosi mirate come le politiche sanitarie che ragionano in termini di sanità globale”. Dunque addio pandemia, benvenuta sindemia.

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