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“Putin non darà più gli ordini. Chi è il nuovo comandante”. La rivelazione di Caracciolo

Pubblicato il 12/04/2022 12:21

Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes, è una delle voci più autorevoli in Italia tra gli esperti di geopolitica. Da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina è praticamente ospite fisso a “Otto e Mezzo”, la trasmissione di La7 condotta da Lilli Gruber, per parlare quotidianamente di quanto succede. L’invasione russa, intanto, va avanti da circa un mese e mezzo. Come riporta anche Libero, Caracciolo è stato chiamato a commentare le ultime mosse di Vladimir Putin, che sembrerebbe intenzionato a sferrare a breve un attacco molto pesante nel Donbass. Era stato lo stesso direttore di Limes a preannunciare questa mossa qualche giorno fa, poi confermata dall’avanzamento di un convoglio russo di 12 chilometri verso quelle zone. Ora, però, ci sarebbe un’altra importante novità. (Continua a leggere dopo la foto)

“Il suo obiettivo non era il Donbass – ha dichiarato Caracciolo – che non interessava né ai russi né agli ucraini perché è una zona completamente disastrata. L’obiettivo era Kiev ed è stato fallito, ora si stanno riconcentrando sul Donbass ma non è detto che si fermino lì. Forse i russi vorranno arrivare a Odessa, perché se poi vuoi fare un negoziato devi arrivare con qualcosa da cedere. I combattimenti si prospettano feroci, è anche arrivato un nuovo comandante che è reduce dalla Siria e che è deputato a rimettere ordine nella catena di comando russa”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ecco dunque la vera novità su chi impartirà ora gli ordini: “Si è visto che è Putin a dare gli ordini ai singoli comandanti: adesso arriva un generale d’armata che è uno particolarmente tosto. Dobbiamo aspettarci feroci combattimenti, anche perché in Ucraina è arrivato Aleksander Dvornikov. Speriamo di non vedere in Ucraina una nuova Aleppo” è l’auspicio del direttore di Limes. (Continua a leggere dopo la foto)

Poi Caracciolo è stato interpellato sulle presidenziali francesi, con Marine Le Pen che insidia Emmanuel Macron: “Non credo conti qualcosa la sua vicinanza a Putin. Queste elezioni segnano la fine della Quinta Repubblica, sono rimasti Macron che pensa di essere lo Stato, Melenchon che pensa di essere la rivoluzione e Le Penne che sta nel mezzo. Brutto segno per la democrazia perdere i partiti: sono rimasti solo singoli soggetti”.

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