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“Fanno le marchette alla Nato”. Cacciari demolisce Letta e il Pd: l’ultimo attacco

Pubblicato il 07/04/2022 09:46 - Aggiornato il 07/12/2022 17:58

Massimo Cacciari torna all’attacco e lo fa puntando il dito proprio contro i suoi ex “compagni”. In un’intervista rilasciata a Lorenzo Giarelli per Il Fatto Quotidiano, il filosofo è incontenibile: “Il Pd dimentica la sua storia per seguire la follia del tiranno; niente di diverso da ‘una marchetta’ agli alleati americani”. E poi: “Da anni temi sociali come la salute o il lavoro sono spariti dall’agenda”. L’ex sindaco di Venezia, attacca la sinistra che – a suo giudizio – “ha rinnegato le proprie radici politiche e culturali”. Perché la sinistra democristiana, del socialismo e del comunismo non erano “di certo appiattite sull’atlantismo e sulla corsa alle armi”. Quanto al Pd che si fa paladino dell’aumento delle spese militari Cacciari afferma: “È incredibile vedere una forza politica dimenticare tutto ciò che ha ereditato in materia, tutto quel pensiero critico – giusto o sbagliato che fosse – nei con-fronti della politica atlantica, del ruolo dell’Europa come ponte tra Este Ovest, tutte queste idee che hanno formato la coscienza politica di parte della Dc e della totalità di Pci e Psi. Accetterei se qualcuno alzasse la mano per dire: ‘Ci eravamo sbagliati’. Ma siccome questo non succede, devo dedurre che abbiano dimenticato la propria storia”. (Continua a leggere dopo la foto)

Perché questo avviene? “Incide anche il fatto che la Prima Repubblica sia stata demonizzata al punto da associarla soltanto a Tangentopoli. Per cui oggi nessuno si interessa più al pensiero di quei partiti. Il riarmo significa togliere soldi da altre voci di spesa, a scapito di temi sociali che dovrebbero stare a cuore al Pd. Da tempo questioni molto popolari sono sparite dall’agenda del Partito democratico. Un tempo queste materie erano affrontate magari anche in maniera demagogica, ma c’era un’attenzione ai temi del lavoro, dei redditi dei più deboli, dei diritti fondamentali. Io vengo da lì, e con me tanti altri che adesso vedo stare tranquillamente in un partito che queste battaglie non le fa più”. (Continua a leggere dopo la foto)

Con questo aumento della spesa militare ci rimetterà ancora una volta il welfare. Spiega Cacciari: “Già prima delle guerra avevamo un Pnrr in cui spese sociali indifferibili, come la sanità, il sostegno al lavoro o la scuola, erano l’ultima ruota del carro. In una situazione del genere, andiamo
davvero ad aumentare le spese militari? Utilizzando come pretesto la balla che sia un dovere imposto dalla Nato, quando invece si tratta solo di una indicazione. E sia chiaro che io non faccio l’animabella, è ovvio che una quota di spese per le armi sia necessaria. Ma queste spese devono avere un senso, devono essere collocate dentro una strategia di sicurezza comune. Come fa un singolo Paese a muoversi da solo? Significa buttare via i soldi, è ridicolo. È una volgarissima marchetta agli alleati della Nato“. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude Cacciari sul dissenso che, su questo come su altri temi legati alla guerra, viene spesso criminalizzato. “È il risultato di un percorso che va avanti da 20 anni, per cui al confronto e al dialogo si preferisce una fortissima tendenza al compattamento, soprattutto intorno all’esecutivo. Quando accadono fatti come la guerra, che naturalmente spaventa la popolazione, allora la società civile chiede ancor di più di stringersi intorno al capo. Ci dicono che bisogna combattere, fregandosene delle cause del conflitto e delle domande. E allora il ragionamento è: o stai di qua o stai con il nemico. Per quanto mi riguarda, sento di avere la schiena dritta e continuo a dire quello che penso”.

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