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Birra del Borgo licenzia 42 lavoratori, un altro caso di notifiche via mail: cosa succede

Pubblicato il 28/01/2022 11:48

Siamo alla solita storia. Ci stanno comperando a pezzi. E andrà a finire che si terranno i marchi e getteranno via gli italiani… L’ultimo triste caso riguarda la Birra del Borgo. Sabato 22 gennaio, con una breve nota, il magazine online Marsica Live diffonde la notizia che all’interno del marchio Birra del Borgo è in corso un ridimensionamento che porterà al licenziamento di almeno 40 dipendenti. L’annuncio, come in molte altre situazioni analoghe, è arrivato tramite mail. L’azienda avrebbe deciso di “ridurre i posti di lavoro lasciando di fatto in piedi solo il settore della produzione. I reparti interessati dovrebbero riguardare il gruppo commerciale, il gruppo marketing, lo storico birrificio di Collerosso e tutte le attività commerciali site a Roma, Osteria del Borgo di Via Silla e Bancone di Piazza Bologna”. (Continua a leggere dopo la foto)

Rimarrà aperto solo quello di Spedino e qualche collaboratore presente in quella sede operativa. “Il totale sarebbe di circa 40 dipendenti, a rischio già dal primo febbraio”. Per ora – scrive Dissapore – non c’è stata nessuna conferma o smentita ufficiale, per cui il condizionale rimane d’obbligo. Facendo un breve passo indietro, il 18 Gennaio L’Osteria di Birra del Borgo in Prati aveva dato comunicazione tramite post sui social di una chiusura che, tuttavia, sembrava temporanea e dovuta al rialzarsi dei contagi di Covid-19. “Abbiamo cercato di resistere fino all’ultimo ma purtroppo siamo costretti a chiudere, temporaneamente, l’Osteria. Rimanete sintonizzati, vi comunicheremo tramite social la riapertura, speriamo il prima possibile perché già ci mancate”. (Continua a leggere dopo la foto)

Di Settembre 2021 invece, l’ufficializzazione della notizia della dipartita di Luca Pezzetta, pizzaiolo in carica all’Osteria dal 2017, anno in cui arrivò anche la consulenza di Gabriele Bonci. Poco meno di un anno dopo, durante il Salone del Gusto, proprio Dissapore registrò un suo intervento in cui Bonci dichiarò, quasi per caso, di aver concluso il rapporto con il marchio: “In Birra del Borgo ho avuto un esempio di come lavora una multinazionale e me ne sono andato. La qualità della cucina è veramente pessima. Al grande compleanno di Birra del Borgo, sotto il marchio Bonci, hanno venduto supplì surgelati, non fatti da noi. Non sono stato trattato in maniera etica, è un posto dove il lato umano non c’è più. E questa è la multinazionale”. (Continua a leggere dopo la foto)

Con la liquidazione dei dipendenti, sembrano lontanissime le parole di Leonardo Di Vincenzo (poi fuoriuscito nel 2019 dopo 3 anni da amministratore delegato, come ricorda in queste ore anche Cronache di Birra) fondatore del marchio Birra del Borgo, che all’indomani della vendita al colosso Ab InBev, società leader mondiale nella vendita di birra con sede in Belgio e oltre 500 brand nel portafoglio, tra cui Corona, Leffe, Beck’s e Stella Artois, fece appello alla calma mentre dal mondo della birra artigianale gli piovevano addosso critiche e stoccate. Non è andata come lui auspicava. E l’Italia ha perso un altro pezzo.

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