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“Basta un sottomarino in Sicilia e scoppia il finimondo”. Sale la tensione, il monito di Caracciolo

Pubblicato il 24/04/2022 18:12

Che l’Italia sia ampiamente condizionata dagli Stati Uniti è cosa nota, ma le conseguenze di questa ormai storica relazione tutt’altro che definite. Ce lo spiega il direttore del Limes, Lucio Caracciolo, che in un’intervista su La Stampa ha criticato duramente il presidente americano Joe Biden: «Ha deciso che la guerra contro una superpotenza atomica, si combatte per procura. E dissimulando il proprio limitato impegno diretto”.
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Il mediterraneo rimane sguarnito

Caracciolo analizza la situazione, ipotizzando il caso di un conflitto prolungato: «Non è illogico immaginare che la solidarietà atlantica si allenterebbe, scoprendo le faglie sotterranee oggi coperte dalle sanzioni. Giustamente gli ucraini si sentirebbero traditi». Ma cosa significherebbe questo per l’Italia? In tal senso il direttore del Limes si dice troppo ottimista: «Molto sembra volgere al peggio. Abbiamo un nemico bellicoso, incattivito e imprevedibile non lontano dalle nostre frontiere orientali (Ucraina) e prossimo alle meridionali (Cirenaica). In sede atlantica non abbiamo quasi voce in capitolo», questo poiché la Nato ci considera a sua totale disposizione. «Non solo – continua Caracciolo – la Nato si concentra sul fronte baltico e sguarnisce il Mediterraneo. Sarebbe l’occasione di assumere le nostre responsabilità nella protezione del vitale spazio marittimo».
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Il monito di Caracciolo

L’esperto di geopolitica arriva ad un punto molto importante, ovvero l’analisi dei nostri limiti in tema di difesa dello spazio marittimo: «Non abbiamo i mezzi, finché non decideremo di dotarcene. Se i colli di bottiglia da cui si governa il mare di casa venissero chiusi da potenze nemiche noi saremmo fritti. Si può immaginare un Paese senza quasi materie prime e con una forte vocazione all’esportazione accettare il blocco delle linee di comunicazione con gli oceani? E se per caso un sottomarino russo inciampasse negli strategici cavi Internet che corrono sotto lo Stretto di Sicilia, a noi non importerebbe?».
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Bisogna puntare alla pace

La situazione, insomma, non è delle migliori. C’è da augurarsi che l’escalation inizi a raffreddarsi per non incorrere in potenziali situazioni disastrose. Certo è che il comportamento di Joe Biden e della Nato non sembrano puntare a questo, sembra anzi che non vi sia alcun interesse nel cercare di ricucire rapporti diplomatici seri che mirino al raggiungimento della pace attraverso delle trattative concrete.

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