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“Pronti a bloccare l’Italia”. Scoppia la guerra dei Tir, cosa sta succedendo agli autotrasportatori

Pubblicato il 03/03/2022 09:18 - Aggiornato il 07/12/2022 18:07

Gli effetti della guerra in Ucraina iniziano a farsi sentire a più livelli anche in Italia. E ora c’è un intero settore pronto ad esplodere, quello dell’autotrasporto. Pandemia, caro gasolio e ora anche la guerra hanno gettato il comparto in un’emergenza drammatica. Parliamo di 99.500 aziende con 335mila autisti e con un giro d’affari pari al 7 per cento del Pil italiano. Draghi ha stanziato appena 80 milioni da inserire nel Decreto Energia, ma il provvedimento viene mal digerito dagli stessi autotrasportatori che ora minacciano: “Se la prossima settimana non arrivano concrete risposte i Tir bloccheranno le strade. Siamo molto arrabbiati – dice a Il Tempo la presidente di Ruote Libere, Cinzia Franchini -. Questo decreto se serve a fare propaganda politica va bene. Ma rispetto alle nostre esigenze sul caro gasolio non serve a nulla. Si parla di crediti di imposta e poi sul metano?”. (Continua a leggere dopo la foto)

Poi c’è la questione “vergognosa” dei pedaggi, prosegue la dirigente dell’associazione dei trasportatori. “Al governo chiediamo almeno che i 20 milioni promessi per aumentare gli sconti dei pedaggi vengano erogati direttamente alle imprese in fattura a fine mese attraverso il Telepass, scavalcando, una volta per tutte, il sistema barocco dei Consorzi di servizi”. Poi accende i riflettori sulla questione sociale. “A mia memoria, non ci sono mai stati autotrasportatori che scavalcassero le associazioni e protestassero spontaneamente”. La tensione sale. “E se andiamo avanti così l’autotrasporto si ferma”, continua a ripetere la Franchini e non per “i blocchi” ma perché “i mezzi non usciranno proprio dal piazzale della ditta”. (Continua a leggere dopo la foto)

Scrive Il Tempo: “Molta merce non arriva a destinazione. I numeri agli autotrasportatori non tornano. Come non tornano neanche i guadagni: negli ultimi mesi si registra un aumento del costo del gasolio che sfiora il 25 per cento, con costi di gestione che arrivano anche a più dell’80 per cento. Il provvedimento a sostegno degli autotrasportatori non piace neanche a Confcooperative Marche, bollato come «interventi a pioggia». «Servono prospettive strutturali – scandisce Massimo Stronati, presidente dell’associazione autotrasportatori -. Non è solo una questione caro petrolio, caro metano, siamo di fronte a una crisi post pandemica non indifferente»”. In pratica, Stronati chiede al governo un “accesso al credito facilitato, in quanto temiamo che con l’inflazione qualcosa possa accadere, e l’abbassamento del cuneo fiscale”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il presidente di Conftrasporto è interessato al «Tavolo delle regole» attivato tra le associazioni di categoria e il governo. “Finora non ci sono stati interventi significativi per dare attuazioni alle leggi che regolano il settore” attacca Uggè. E fa un esempio: “La legge italiana prevede i tempi di pagamento. Ma se poi lo stesso Stato non fa alcun controllo su come vengono rispettati, l’autotrasportatore si ritrova a incassare anche dopo 6-7 mesi… Come fa poi a pagare? Molti banalizzano ma dietro a questo scenario c’è una tensione sociale che continua a svilupparsi e noi non possiamo governarla all’infinito se non ci sono almeno minime risposte da parte del governo”.

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