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“Attacco alla Ferrari”. Prodi e il PD aiutano i cinesi a “scavare la fossa” della rossa di Maranello

Pubblicato il 25/04/2022 13:58

Che la “sinistra” non sia una campionessa di identità nazionale è risaputo, ma quella Romano Prodi sembra essere una vera e propria beffa per un marchio che rappresenta il tricolore in tutto il mondo: la Ferrari.
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La concorrenza cinese

L’ex premier ha pensato bene di promuovere un progetto cinese in Emilia, finalizzato alla costruzione di un’auto di lusso che, sulla carta, dovrebbe posizionarsi nello stesso segmento della Cavallino Rampante, portandoci quindi la concorrenza in casa. Ma non è tutto: per questo cervellotico progetto verranno utilizzati anche i fondi provenienti dal Pnrr. Non proprio ciò che si può definire una “genialata”.
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Beffa alla Ferrari

Ma la beffa è ancora più clamorosa se si pensa che l’idea è quella di fabbricarla proprio dello stesso colore della super car di Maranello, il rosso. Prodi – si legge su La Verità – sponsorizza con grande convinzione questo progetto automobilistico, che però in casa Ferrari è visto come il fumo negli occhi. Sarà una joint-venture Usa-Cina a dar vita alla nuova auto di lusso, che sfruttando il know-how della cosiddetta Motor Valley, vorrebbe entrare nel segmento delle auto ibride ed elettriche di super lusso, a partire dal 2023.
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Meccanici e ingegneri

Prodi – prosegue La Verità – si sarebbe adoperato per premere per la realizzazione di tale progetto, proponendosi come intermediario con le autorità cinesi, affinché supportino economicamente l’affare. Ci sarebbe stato anche un confronto con il presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini, nel tentativo di far cambiare casacca ad ingegneri e meccanici della Ferrari per farli aderire all’altro progetto. Un tentativo di compravendita di meccanici dopo quello, più noto, dei parlamentari. Dal canto suo Prodi smentisce tutto: «Ho seguito con attenzione un progetto che se consolidato darebbe il primato della mia Regione nel settore delle supercar. Ma non ho nessun rapporto di consulenza con le controparti cinesi».
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La classica zappa sui piedi

Ammesso e non concesso che gli addebiti a Prodi sulla questione siano legittimi, di certo si potrebbe stare a disquisire sull’opportunità di effettuare una simile operazione, che avrebbe tutte le sembianze della classica “zappa sui piedi”, e questa volta sottraendo anche fondi al piano che dovrebbe rappresentare la “ripresa nazionale”. Quella italiana, non quella cinese.

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