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Caso mascherine, Le Iene pubblicano le telefonate mai sentite prima di Arcuri

Pubblicato il 10/03/2021 16:49

Gaetano Pecoraro e Marco Occhipinti hanno realizzato un servizio per Le Iene nell’ambito dell’inchiesta sui milioni di mascherine che sarebbero arrivate dalla Cina senza certificazioni. Le Iene hanno fatto sentire per la prima volta l’audio di alcune telefonate inedite dell’ex commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri. In particolare di una del 16 marzo 2020 con l’imprenditore Filippo Moroni che avrebbe tentato inutilmente di fornire dispositivi certificati e a prezzo molto più conveniente, “senza volerci guadagnare e per aiutare il Paese”. Come è andata? (Continua a leggere dopo la foto)

“1800 morti ma cosa stiamo aspettando? Basta!… Ma chissenefrega di come interloquiamo! Ma chissenefrega! C’è la gente che muore e qui stiamo facendo burocrazia!”. Le ormai famose “mascherine” di Arcuri sono finite sotto la lente dei magistrati. E c’è appunto un’inchiesta della procura di Roma sull’acquisto nel marzo 2020 di 800 milioni di mascherine dalla Cina per 1,25 miliardi di euro, che sarebbero arrivate in parte senza la certificazione necessarie. (Continua a leggere dopo la foto)

Arcuri non risulta indagato. Come scrivono Le Iene, “gli intermediari dell’operazione secondo gli inquirenti avrebbero intascato commissioni dalle aziende cinesi per circa 72 milioni di euro e sono indagati per una serie di reati tra i quali traffico d’influenze, riciclaggio e ricettazione. Ma torniamo a quel marzo 2020: l’Italia si trova in lockdown e sta cercando dispositivi sanitari in tutto il mondo. Servono soprattutto mascherine, che sembrano introvabili anche per chi lavora e rischia la vita in ospedale. In questa situazione di emergenza ci si trova di fronte a una miriade di imprenditori che si propongono come fornitori con un alto rischio di truffa e una necessaria prudenza da parte di chi doveva vagliare e poi autorizzare tali proposte”. (Continua a leggere dopo la foto)

In quel momento c’è anche chi come l’imprenditore Moroni si sarebbe messo a disposizione per fornirle a prezzo più basso e con la certificazione CE richiesta, “senza volerci guadagnare e per aiutare il paese”. Il prezzo: 1,11 euro per ogni Ffp2, per esempio, contro i 2,20 di quelle non certificate finite ora sotto inchiesta (quelle mascherine Ffp2 da 2,20 euro, analizzate, lascerebbero passare oltre il 70% di particelle quando il limite di legge è al 6%). Filippo Moroni ha da 4 anni un’azienda in Cina, a Shenzhen, e si occupa di forniture di apparecchi medicali. (Continua a leggere dopo la foto)

“Mette a disposizione gratuitamente la sua intermediazione, dice, contattando i collaboratori di Arcuri e registrando alcune telefonate. Parla con Roberto Rizzardo, responsabile degli acquisti, dei contratti e della gestione dei fornitori per la struttura commissariale. Ma poi non verrebbe più ricontattato. Parla anche con Silvia Fabrizi, project manager collaboratrice di Arcuri, che a un certo punto gli passa direttamente il commissario”. “C’ho pensato molto”, dice Moroni a Le Iene, “però ritengo che questa è una telefonata che vada condivisa, ci dà la misura di quel periodo che non va dimenticato, del fatto che 100mila morti oggi sono una follia e in quel momento eravamo a 1.800 morti”. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo Moroni, Arcuri prima dimostrerebbe di sapere poco della possibilità che stava offrendo con preventivi, lettere e email, di una fornitura di due milioni di mascherine al giorno, richiedere un’autorizzazione dell’Iss che non sarebbe necessaria essendoci già la certificazione europea CE e in generale, secondo Moroni, “fare burocrazia” mentre centinaia di persone stanno morendo. Alla fine per Moroni sarebbero andate a buon fine forniture di mascherine in Stati Uniti, Venezuela, Brasile e Messico, non in Italia. (Continua a leggere dopo la foto)

M.: “1800 morti ma cosa stiamo aspettando? basta!”.
A.: “Da me ha tutta la rassicurazione, mi dispiace averle parlato perché questo diciamo non è il modo di interloquire, adesso le…”.
M.: “Ma chissenefrega di come interloquiamo! Ma chissenefrega! C’è la gente che muore e qui stiamo facendo burocrazia!”.
A.: “Va bene, le passo i miei, grazie”.
M.: “Mi dia qualcuno che sappia fare un bonifico, mi basta questo, vi voglio aiutare, vi voglio aiutare c***o! Datemi qualcuno capace a fare un bonifico…”.

Qui la trascrizione completa della telefonata.

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