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Aiuti di Stato, le aziende tedesche e francesi si preparano alla conquista dell’Italia

Pubblicato il 23/05/2020 11:13

Dando uno sguardo a ciò che i Paesi dell’eurozona stanno mettendo in campo, ci si può rendere facilmente conto che che lo sforzo degli interventi pubblici sono assimetrici, perchè proporzionali ai bilanci nazionali. 

Consideriamo ad esempio quanto riporta “Il Fatto Quotidiano” su ciò accade in Germania. Circa la metà degli aiuti di Stato approvati dall’Unione Europea riguardano Berlino. Assurdo però se pensiamo che il Pil di questa potenza vale meno di un quarto di quello dell’Unione. Nei fatti la banca per lo sviluppo KfW e il nuovo fondo di stabilizzazione danno garanzie pubbliche dall’ammontare virtualmente illimitato sui nuovi presiti. Il WFS inoltre, può entrare nel capitale delle maggiori imprese in difficoltà fino a 100 miliarid. La KfW può fornire 100 miliardi di rifinanziamento in collaborazione con le banche commerciali. 

La Francia si muove su più fronti e approva un pacchetto di 315 miliardi. L’UE ha aprrovato un prestito da 5 miliardi alla Renault, ma il ministro dell’Economia Bruno Le Maire, prima di dare la conferma, vuole ricevere adeguate garanzie dalle società, la quale deve impegnarsi con lo sviluppo di veicoli elettrici, il rispetto dei subappaltatori e l’ubicazione in Francia delle attività tecnologicamente più avanzate. Con 110 miliardi Pargi dà liquidità alle imprese. 

Indubbiamente nell’evoluzione della specie la differenza tra la sopravvivenza e l’estinzione la fa la capacità di adattarsi e di reagire in maniera adeguata alle circostanze. Le potenze di fuoco stanziate giocano un ruolo fondamentale per la ripresa del settore economico e per le prospettive future del Paese. Per far fronte alla crisi attuale, servono risposte forti e adeguate al contesto straordinario che stiamo vivendo. Se gli interventi pubblici falliranno o non saranno sufficienti, il Paese pagherà le conseguenze con la desertificazione del sistema produttivo e con tutto ciò che ne conseguirà. 

Per sapere se ciò che sta facendo il governo italiano sia sufficiente basta andare nelle piazze e chiedere a tutti gli imprenditori e i lavoratori dei diversi settori che protestano ogni giorno. Nessuno meglio di chi proviene dall’economia reale può dire quali sono le difficoltà e denunciare l’inconsistenza dei provvedimenti.