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“Un rilassamento mentale”. Abrignani (Cts) non vuol perdere il lavoro e attacca i non vaccinati

Pubblicato il 16/03/2022 10:46

Sergio Abrignani, immunologo membro del Cts, ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica in cui torna alla carica per usare il pugno duro e continuare sulla strada delle restrizioni e delle misure liberticide. Secondo lui l’obbligo vaccinale non va assolutamente tolto e al chiuso si deve usare ancora la mascherina. Dice: “Dal primo gennaio al 28 febbraio di quest’anno sono morte 17 mila persone per il Covid. Di queste, circa il 55% non aveva fatto il vaccino. Vuol dire più di 9 mila cittadini. Se teniamo conto che il vaccino protegge al 90% dalla malattia grave, ricaviamo che in circa 8 mila potevano salvarsi se si fossero vaccinati”. I dati dell’immunologo, però, sono tutti da verificare. Come è ormai noto, e come hanno ammesso gli stessi virologi, i dati sui ricoveri e sui morti di Covid non sono attendibili in quanto enormemente gonfiati e passano per morti Covid anche coloro che, malati di tutt’altra patologia, se dovessero morire con un tampone positivo verrebbero comunque aggiunti alle statistiche dei deceduti Covid. (Continua a leggere dopo la foto)

L’obbligo non sta convincendo molti over 50. Dice Abrignani: “I non vaccinati che muoiono – risponde il membro del Cts – hanno prevalentemente più di 50 anni, e a gennaio e febbraio sono circa 130 al giorno. Cioè è come se quotidianamente fosse caduto un aereo. C’è in giro una specie di mantra secondo il quale l’obbligo sarebbe stato un fallimento. E invece da quando è entrato in vigore hanno aderito tra i 450 e i 500 mila over 50. Certo, potevano essere di più ma comunque abbiamo risparmiato 1.500 morti. Tutto sta nel vedere che valore attribuiamo alla vita umana”. (Continua a leggere dopo la foto)

A giugno l’obbligo andrebbe prorogato? È la domanda che tutti si fanno con l’avvicinarsi della scadenza della misura, Abrignani replica così: “La decisione è politica, non spetta a noi esperti dirlo. Facciamo però notare quante persone non sarebbero morte se si fossero vaccinate e quindi non ha senso toglierlo. Adesso i casi si sono più che dimezzati rispetto ai primi due mesi di quest’anno ma i decessi tra i non vaccinati sono comunque 2 mila al mese. Cioè tanti. E atteso che si muoia di influenza o che un ultra ottantenne fragile, anche vaccinato, perda la vita per il Covid. Ma ci sono ancora persone più giovani e sane che potrebbero non morire se avessero ricevuto le somministrazioni”. (Continua a leggere dopo la foto)

“I contagi – ci tiene a dire ancora l’immunologo Abrignani – risalgono per colpa dei non vaccinati, sia adulti che bambini, che quando incontrano Omicron e le sue sottovarianti si infettano di sicuro. Poi contro l’infezione la copertura delle terze dosi è comunque del 65% e quella delle seconde scende addirittura al 40% a quattro mesi dalla somministrazione. Poi c’è stato un abbassamento della temperatura, che ha tenuto le persone al chiuso, soprattutto c’è stato un rilassamento mentale, giustamente, perché si pensa alla guerra”.

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