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“50 anni di lavoro bruciati come un cerino”, come la multinazionale indiana ha “spento” l’ennesima azienda italiana

Pubblicato il 03/02/2021 15:13 - Aggiornato il 03/08/2022 14:15

Quella che vi vorremo presentare oggi è la storia di una azienda italiana, Ormis, che ha maturato un’esperienza trentennale nel settore meccanico-metallurgico e che si è distinta nel mercato riuscendo ad affermarsi sia a livello nazionale che internazionale.

Basti pensare che la talpa, un mastodontico macchinario di produzione dell’azienda, in grado di scavare gallerie in completa autonomia e trasportare i detriti all’esterno, è stata trasportata dall’Italia in Grecia, attraverso 50 autotreni e 25 trasporti eccezionali, per la realizzazione della metropolitana di Atene. Numerosissimi sono stati gli interventi dell’azienda per importanti collaborazioni, ricordiamo ad esempio quello per la realizzazione della metropolitana M5 di Milano. 

Diego Penocchio, imprenditore di Ormis ci scrive: “Buongiorno Sig. Gianluigi Paragone, sono un imprenditore di una piccola media impresa nel Bresciano, (anzi lo ero…). In 50anni di onesto lavoro non ero mai inciampato in fregature che potessero preoccuparmi e quelle poche si possono contare sulle dita di una mano, ma nel 2011 sulla mia strada ho purtroppo incontrato Sajjan Jindal“.

Penocchio prosegue scrivendo:”Purtroppo questa è diventata una storia bruttissima che in due parole può essere raccontata così: Jindal si presenta tramite conoscenze comuni, elogia il mio operato nel settore siderurgico, vuole creare un polo di manutenzione e costruzione di impianti siderurgici in India presso le sue acciaierie. Progetti, incontri, finalmente si dà il via all’esecuzione degli ordini e del lavoro. Dopo i primi anni tutto bene, ma a metà dell’opera blocca i lavori e restiamo esposti per euro 7.500.000,00 quindi la ORMIS S.p.a.  purtroppo va in concordato. 50 anni di lavoro bruciati come un cerino”.

Nel 2012, dunque, la multinazionale indiana Jsw steel (guidata da Sajjan Jindal) assegna alla Ormis un contratto pluriennale per la realizzazione di un grande stabilimento idoneo a produrre impianti e macchinari siderurgici. Ormis avrebbe dovuto trasferire il suo know how e accompagnare Jsw per sei anni. Ma l’azienda guidata dal magnate indiano ad un certo punto, decide di rescindere il contratto, aprendo un contenzioso da 7,5 milioni di euro che mette così in ginocchio Ormis, obbligandola a chiedere un concordato.

Il tutto è accaduto sotto lo sguardo consapevole e il silenzio complice delle istituzioni: “Ho chiesto aiuto allo Stato, ad ambasciatori, politici e giornalisti che si sono eclissati e mai più sentiti con documenti comprovanti alla realtà dei fatti e alle porcate che Jindal e il nostro Stato hanno fatto per regalargli le acciaierie di piombino”.

Ricordiamo che la multinazionale indiana è la stessa che ha acquisito e in seguito deciso di portare al suo spegnimento un’altra grande e importante impresa italiana del settore: la Trofean.

È oramai risaputo che lo Stato non solo non tutela le sue aziende ed eccellenze dalle multinazionali ma spesso aiuta queste ultime a distruggerle, dapprima acquisendole e poi portandole alla chiusura. I nostri imprenditori senza più uno Stato sovrano forte e capace di tutelare, diventano carne da macello in un mercato globale dove gli interessi della nostra nazione e dei nostri cittadini non hanno alcuna rilevanza.