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“Siamo rimasti fuori dalla giungla dei codici ateco. Abbiamo figli e famiglia. Come faremo?”

Pubblicato il 07/12/2020 10:59 - Aggiornato il 07/12/2020 11:00

Di seguito riportiamo la lettera inviataci di Giusi Smiriglia di  “Bluvacanze Vertemate con Minoprio C.C. il Gigante”. La testimonianza spiega come anche le agenzie di Viaggi in franchising siano state escluse dal famoso Decreto ristori che doveva arrivare e che doveva arrivare in tempi celerissimi. Ecco il risultato delle loro parole:

Gentilissimo, La presente per accendere un riflettore su una realtà complessa come quella delle migliaia di aziende, nonché Agenzie di viaggi, sul territorio nazionale che hanno un contratto di “associazione in partecipazione” con grandi e piccoli network dislocati sul territorio.

Ben coscienti degli sforzi già profusi dal Governo nel settore turistico, siamo comunque ad evidenziare la sofferenza in cui versano tutti gli operatori con contratto di “associazione in partecipazione” e più precisamente che rientrano sotto seguenti codici ateco : 82.99.99 / 79.90.19 / 70.22.09 / 63.11.1 / 63.11.19 / 82.11.01 / 63.99.00 / 74.90.99 / 82.11.01 .

Noi tutte Svolgiamo l’attività di agenzia di viaggio utilizzando la rete commerciale del network a cui apparteniamo, come previsto per legge. Adempiamo a tutte le imposizioni previste per il nostro settore attraverso costi percentuali sostenuti nel corso dell’anno e una quota associativa mensile che confluisce nelle casse del nostro Franchisor.

A fronte di quanto spiegato, vi segnaliamo che nella giungla dei codici ateco che possono essere utilizzati quando si apre una filiale di agenzia viaggio associata in Franchising, nessuno si è preoccupato di prendere in considerazione i codici sopra elencati che rappresentano centinaia di aziende sul territorio nazionale che versano in condizioni di grave difficoltà.

Accade infatti che i succitati codici ateco hanno diciture troppo generiche, e per questo non sono riconosciuti negli aiuti di Stato destinati al turismo ma nemmeno negli aiuti di Stato destinati alle partite iva che stanno subendo contraccolpi gravi come conseguenza della pandemia.

E’ necessario sottolineare che i network a cui apparteniamo hanno potuto accedere al fondo stanziato per il settore turismo nella misura del 10% o inferiore, essendo realtà di dimensioni che superano 1 milione o i 50 milioni di ricavo trattandosi di grossi gruppi in cui convergono i ricavi di tutte le aziende associate (comprese le nostre).

Stando ai criteri di ripartizione di tali fondi, si evince quindi un vizio di calcolo poiché alle nostre aziende medio-piccole sarebbe spettato il 20% degli aiuti come qualunque altra agenzia di viaggi, se solo fossimo state riconosciute come operanti nel settore turistico e come di fatto e’. 

Sottolineiamo inoltre che non esistono leggi che obbligano i nostri franchisor a suddividere tali aiuti con le filiali se non il buon senso che però nelle questioni economiche non sempre fa breccia.

I codici Ateco elencati sono quindi rimasti fuori oltre che dal fondo perduto dedicato, anche da tutti i decreti ristori e dai fondi regionali destinati al turismo (con pochissime eccezioni) creando una enorme disparità con i colleghi che operano nelle agenzie di viaggio indipendenti generalmente identificati con il codice ateco 79.11 -79.12.

A fronte di questa situazione ci siamo riuniti a livello nazionale e stiamo continuando a farlo per portare in alto la nostra voce prima che sia troppo tardi. E’ nostra ferma convinzione che i nostri codici ateco possano essere presi in considerazione poiché ognuno di noi può dimostrare attraverso il contratto di associazione in partecipazione con la rispettiva casa madre che l’unica attività’ professionale svolta è in ambito turistico.

La nostra richiesta unanimemente condivisa è la seguente:

1. Inserimento dei codici ateco elencati nei decreti ristori e similari che si susseguiranno poiché rappresentiamo una delle categorie maggiormente colpite dalla grave pandemia che stiamo affrontando.

2. Istituzione di un ristoro economico ad hoc destinato ai codici ateco elencati, ma esclusivamente operanti nel settore turistico, con riconoscimento del 10% del nostro calo di fatturato 23 febbraio-31 luglio, per allinearci al ristoro ottenuto per mezzo del Mibact da ogni altra agenzia di viaggi sul territorio Nazionale ed escludendo così la porzione che potremo ottenere per mezzo dei nostri Network.

3. Contributo forfettario adeguato e coerente a favore delle nuove aperture affiliate ai network 2019-2020 che non possono dimostrare calo di fatturato, ma sono comunque nella stessa situazione di tutte le altre start-up

4.Riconoscimento dei nostri codici ateco nei futuri aiuti regionali destinati al Turismo da cui siamo rimasti esclusi in larga parte se non totalmente.

5. unificazione dei codici ateco che identifichino in maniera inequivocabile il settore di appartenenza. Regolamentando in maniera definitiva la nostra posizione. 

Abbiamo figli e famiglie come tutti. Appare evidente che per una sana applicazione di principi contributivi ed impositivi, chi paga regolarmente i tributi dovrebbe beneficiare dei fondi straordinari messi a disposizione dal governo in un periodo tragico come questo per il settore del Turismo, o anche per il solo fatto di esercitare un’attività imprenditoriale e fare regolarmente il proprio dovere con il Fisco e la discriminante non dovrebbe essere invece rappresentata dalla classificazione di un codice ateco che di fatto non vi racconta che le “nostre aziende” vivono solo se c’è turismo.