Con l’uscita dell’ultimo DL l’intelaiatura del sistema industriale e in generale del Paese si blocca. In base all’accordo governo-sindacati-imprese, la maggior parte delle industrie metalmeccaniche chiude fino al 3 aprile. In un videomessaggio postato su Facebook ,al termine del confronto con il governo, Maurizio Landini, leader della Cgil dichiara: “Nel confronto col governo abbiamo ridotto il numero delle attività essenziali e abbiamo cambiato l’elenco che era uscito domenica sera. È un risultato importante” e precisa di aver chiarito quelli che sono i settori essenziali e le produzioni che in questo momento è utile sospendere per la salute e la sicurezza di tutti.
Ma la musica cambia se invece del punto di vista dei sindacati, si considera il punto di vista degli imprenditori. Secondo la stima di Federmeccanica, Federazione Sindacale dell’Industria metalmeccanica, stilata tenendo conto dell’elenco dei settori a cui il governo consente di rimanere aperto, il 93% delle imprese metalmeccaniche ha chiuso. Ne consegue che l’88% dei lavoratori, cioè almeno 1,4 milioni, è a casa e l’80% dell’export prodotto da queste industrie, che genera 175 miliardi di euro, svanisce.
Nell’articolo del “Sole 24 ore”, il presidente della Federmeccanica, Alberto Dal Poz, mette in risalto degli aspetti rilevanti. La meccanica è una colonna portante sia in termini di consistenza, necessaria per riequilibrare la bilancia commerciale italiana, (105 mila aziende, 1,6 milioni di addetti, 500 miliardi di euro di fatturato, 100 miliardi di valore aggiunto e 220 miliardi di export) sia in intermini di trasversalità con tutti gli altri settori di produzione: “Questo settore è l’ossatura del paesaggio industriale, ma ne è anche l’innervatura. La meccanica è una sorta di lievito che si trova ovunque.”
Il blocco del metalmeccanico può risultare quindi nocivo per tutti gli altri settori tenuti attivi dal governo proprio perchè essenziali per il sustentamento dell’Italia. Le cifre dei dati economici parlano chiaro. Il sistema industriale del paese si bloccherà. E’ fondamentale, dunque, tenere in considerazione la sicurezza dei lavoratori, ma anche le conseguenze economiche per lo stato, per le imprese, per i lavoratori e per non interferire con la produzione di beni necessari. L’Italia ha bisogno di interventi concreti e tempestivi da parte del governo, altrimenti si ritroverà presto completamente immobilizzata. Bisogna individuare una strada per rimettere in moto l’economia del paese, indicando alle industrie gli standard che consentano di garantire la salute dei lavoratori. Si deve entrare nell’ottica che ci saranno dei nuovi standard di sicurezza. Ma fin da subito…