Centomila posti di lavoro verranno a mancare nei prossimi mesi. Lo sconcertante allarme viene lanciato da Confesercenti, che imputa principalmente alla pervasiva concorrenza dell’e-commerce tale ingente riduzione. Acquistare on line è oramai consuetudine per tutti noi. Un’abitudine consolidatasi durante i lunghi mesi del lockdown e che rischia di mettere in ginocchio le piccole realtà: la riduzione degli esercizi commerciali, prevista ancora da Confesercenti, la cui denuncia è stata raccolta da Il Tempo, è stimata circa 60mila unità tra il 2022 e il 2027. Come se le chiusure forzate durante la fase più cupa dell’emergenza, o presunta tale, da Covid-19 non avessero già minato il comparto e come se non fossero già sparite, in questi due anni e più, innumerevoli attività commerciali, strozzate anche dal rincaro dei consumi e, dunque, dalla minore propensione all’acquisto dei cittadini. Per la precisione, il settore del commercio negli ultimi tre anni ha già perso trentamila unità lavorative, quantifica la Confesercenti. Ad essere più colpite dalla intera contingenza socioeconomica, naturalmente, le piccole e medie imprese, già principale ossatura economica del nostro Paese. Durante la sua assemblea annuale, ancora da Confesercenti giungono altri dati sconfortanti: la contrazione dei consumi, nel solo mese di ottobre, è stata del 5,3% rispetto al 2021, arrivando addirittura a un preoccupante meno 6,9% per gli alimenti. Le oltre 350mila piccole e medie imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dell’artigianato sono a forte rischio. (Continua a leggere dopo la foto)
Ma è già dal 2016, in accordo con i dati trasmessi dalla Confesercenti, che si è drasticamente ridotta la vita media di micro, piccole e medie imprese. Solo poco più del 43% raggiunge i cinque anni di età. Il quadro paventato è fosco. L’associazione degli esercenti stima che la quota di mercato nel comparto non alimentare delle piccole imprese, attualmente al 34%, si ridurrà al 29% entro il 2027, mentre l’e-commerce dovrebbe passare, nello stesso periodo, dal 22 al 29%, e con un incremento netto di 17 miliardi di euro! Persino nel settore alimentare la tendenza non è affatto dissimile. (Continua a leggere dopo la foto)
Siamo in prossimità del Natale e l’associazione di categoria dà conto delle previsioni infauste per cui oltre il 60% dei regali saranno acquistati, attraverso le grandi piattaforme, direttamente on line. Forse occorre pensarci bene prima di acquistare con un click, un click capace di cancellare le piccole attività che non possono reggere il passo.
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