Lettera del Coordinamento Abruzzo di Italexit con Paragone al governatore Marsilio
Egregio Governatore Marsilio,
Vorremmo rimarcare ulteriormente, le ripercussioni delle ultime vicende riferite alla sentenza n°241/2020 del TAR Abruzzo.
Questa sentenza, stando alle norme del DPCM consentirà all’Abruzzo di tornare in zona gialla con tutte le conseguenze negative il 27/12/2020. Tale situazione si è determinata, al di la delle polemiche sulle competenze o meno dell’ordinanza regionale, a causa del metodo di valutazione che stabilisce l’appartenenza di una Regione ad una zona, da parte del ministero della salute.
Non si capisce il perché i dati presi in considerazione dal ministero debbano essere riferiti alla settimana precedente all’attribuzione della zona e non invece a quelli della settimana corrente.
Nello specifico il decreto del ministro Speranza del 13 Dicembre, come preannunciato, riporta la Regione Abruzzo in zona arancione, ciò significa che i dati presi in considerazione dal ministero sono quelli della settimana che va dal 29 Novembre al 5 Dicembre, che sono gli stessi dati che Lei ha preso in considerazione per emanare l’ordinanza del 6 Dicembre. Ciò significa che nei fatti se possiamo essere collocati in zona arancione dal 13 Dicembre dal Ministero della Salute, ove sono stati utilizzati gli stessi dati dell’ordinanza regionale, potevamo bensì essere in zona arancione già dal 7 Dicembre come da Lei sancito.
In virtù di ciò sarebbe stato possibile, quindi, riportare l’Abruzzo in zona gialla, già da Lunedì 21 Dicembre con tutte le ricadute positive sociali ed economiche della Regione, considerando anche e soprattutto il periodo di festività, nel quale, è noto, aumentano le occasioni di socializzazione e contestualmente le attività commerciali registrano maggiori entrate; questo non vuole essere un richiamo venale ma dietro ogni attività ci sono persone e famiglie che hanno il diritto di vivere dignitosamente.
A tal proposito le evidenziamo la sentenza n° 7468/2020 del TAR Lazio nella quale tra le altre si evince e si ritiene che:
“… che le numerose e complesse questioni, anche di illegittimità costituzionale, prospettate in ricorso richiedano l’approfondimento da effettuarsi nella naturale sede di merito.”
In sostanza c’è da chiedersi, sotto il profilo di legittimità costituzionale, se i DPCM (provvedimenti amministrativi temporanei d’urgenza) non siano andati oltre la propria natura e competenza, andando a toccare i diritti fondamentali sanciti dalla costituzione, con ciò chiediamo a gran voce la disapplicazione di tali DPCM da subito.
Certi e fiduciosi di un suo interessamento le porgiamo i nostri migliori saluti.
Il Coordinamento Abruzzo di Italexit con Paragone