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Migranti, l’Italia triplica gli sbarchi nel 2020

Pubblicato il 13/01/2021 11:39 - Aggiornato il 15/02/2023 11:17

di Nilo Di Pietro

Il COVID blocca l’arrivo dei migranti in Europa ma non in Italia. Secondo il rapporto dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) l’Italia ha triplicato gli sbarchi nell’anno appena terminato a dispetto della pandemia e delle rigide restrizioni interne al territorio nazionale imposte dal Governo PD-5S.

Frontex certifica che attraverso la rotta del Mediterraneo centrale gli ingressi sono stati 35.600: l’Italia detiene il primato, subito seguita dalla Spagna, mentre nel resto d’Europa gli sbarchi sono scesi del 13%. 

L’annoso problema migratorio solleva tutte le criticità del “sistema Dublino” e mette a nudo le contraddizioni e le ingiustizie di una Unione europea sempre più distante da una organizzazione volta a favorire «un’unione più stretta tra i popoli europei». (Continua dopo la foto)

Dal 1990, quando venne siglata la Convenzione di Dublino, sono state introdotte una serie di modifiche (l’ultima è del 2013) ma è sempre rimasto fisso il criterio di fondo: il primo paese d’ingresso di un migrante ha il compito di esaminare la sua domanda d’asilo e curarne l’accoglienza e l’integrazione, precludendogli la presentazione della domanda in un altro stato dell’Unione.

È, dunque, l’interessato che con il suo atto determina lo Stato competente che, in linea di principio, non può sottrarsi: l’Italia incorrerebbe in una sorta di “responsabilità geografica”, essendo lo Stato europeo più facilmente raggiungibile per chi proviene dall’Africa settentrionale. (Continua dopo la foto)

L’Italia, la Spagna e la Grecia, i paesi più colpiti dal fenomeno, chiedono da anni una riforma del sistema che importi un ricollocamento automatico dei migranti. Dopo anni di porte sbattute in faccia è il momento di far tornare l’Italia padrona del proprio destino: le decisioni che riguardano il nostro popolo devono essere prese dal Parlamento e non da organizzazioni sovranazionali.

«In angustiis apparent amici» recitava un antico brocardo attribuito a Petronio: la pandemia ci ha mostrato, ancora una volta,che l’UE non è riformabile.